A scorrere il programma della diciassettesima giornata del massimo campionato, tutto si poteva pensare salvo che la classifica subisse sconquassi; le prime quattro della classe parevano dover trascorrere una giornata relativamente tranquilla, con il solo Napoli a doversi riprendere da qualche contraccolpo inatteso ed un solo punto nelle ultime due in casa, pur contro Juve e Fiorentina.

Ci si attendeva invece maggior equilibrio nelle sfide della seconda parte della classifica, e c’era grande interesse per il viaggio del Milan nella “fatal Verona”, luogo che in un paio di occasioni era costato ai rossoneri altrettanti scudetti; inoltre ci si aspettava che i milanisti dessero continuità alla vittoria casalinga contro il Bologna, e Verona pareva il luogo giusto per sfatare un brutto tabù!
Non ci si attendevano sconquassi ed invece … pronti via e l’Udinese andava a sbatacchiare la capolista in quel di San Siro, con un secondo tempo in cui la bella Inter dei primi quarantacinque minuti evaporava sotto i colpi dei ragazzi di un Oddo che pare aver trasformato i bianconeri in pochissimo tempo; l’1-3 ci stava tutto e l’Inter subiva la prima sconfitta stagionale, cosa che prima o poi doveva succedere, ma difficilmente era prevedibile proprio in tale occasione.

Del passo falso nerazzurro approfittava prontamente il Napoli che, contro un Torino piĂą vitello che toro, specie nei primi quarantacinque minuti, aveva vita facile come ormai puntualmente succede da quando il signor Mihajlovic siede sulla panca granata.

Per mettere in difficoltà gli azzurri occorre organizzazione, correre ed avere un gioco, tutte cose che ai granata mancano e non piovono dal cielo, o non dipendono dal Presidente che non spende; tra la tifoseria granata non tutti se ne sono ancora accorti, ma il malcontento è sempre più evidente, chicchierare e promettere va bene quando non lo si fa a vanvera e non basta avere i fans per fare risultato, neppure se tra questi c’è il giornale sportivo cittadino.

A chiudere la prima parte del turno ci pensava la Roma, che in casa faticava tremendamente per battere il Cagliari, superato solo al novantacinquesimo e con una rete che scatenava le proteste degli isolani; magari sarà l’aria della capitale, ma ultimamente non c’è partita all’Olimpico senza contestazioni e proteste varie.

Si arrivava così al “pranzo” domenicale con Verona-Milan e per i rossoneri evidentemente non è momento, visto che ai problemi con l’Uefa ed ai nuovi botti della Donnarummiade si aggiungevano tre botti gialloblu deflagranti come un’atomica sportiva.

Perdere tre a zero non è da Milan, e non basta aver avuto maggior possesso palla o recriminare su occasioni mancate; perdere tre a zero contro il Verona, con tutto il rispetto, significa che Gattuso o non Gattuso, mandi in campo undici giovanotti che pare si vedano per la prima volta ed alla prima difficoltà perdono anche quel poco di volontà che paiono avere.

Sarà solo un caso che il Milan è penultima tra le formazioni di A per chilometri percorsi (per la statistica l’ultimo è il Torino, come volevasi dimostrare)? A questi livelli la tecnica non basta (sai che tecnica poi….), ma forse anche per i milanisti sarà questione di aria ed evidentemente quella del Bentegodi è irrespirabile quando vesti il rossonero.

Chi difficilmente non approfitta dei regali della sorte è la Juventus, che va a Bologna e si mangia i rossoblu allo stesso modo di un piatto di tortellini, senza sconti e senza repliche, dimostrando che ci potranno anche essere problemi all’interno della rosa bianconera, ma le risorse per aggiungere un altro scudetto alla fila di sei ci sono tutte, alla faccia dei tanti che hanno cantato diverse volte il de profundis e magari stessero zitti una buona volta!

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Iorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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