Renato Zero compie 70 anni, oltre 50 dei quali vissuti da protagonista dello spettacolo e della musica internazionale.
Un artista capace di unire eccessi estetici, abiti sgargianti e atteggiamenti trasversali con tematiche profonde e difficilissime. La carriera di Renato Zero parte ufficialmente nel 1967 con l’uscita del 45 giri ‘Non basta, sai/In mezzo ai guai’, prodotto da Gianni Boncompagni con le musiche di Jimmy Fontana, operazione che fruttò la vendita di una ventina di copie, è di diversi anni prima l’idea del personaggio, emerso ancor prima del cantautore, quello Zero al posto del cognome, che è Fiacchini, adottato proprio come prima provocazione verso chi non ne percepisce immediatamente la statura artistica e punta il dito contro proprio al grido di “Sei uno zero!”.

Ma Renato Fiacchini avrà poco o niente a che fare con il numero 0, anzi, risulterà spesso primo, l’unico cantautore italiano, per esempio, a raggiungere la vetta della classifica italiana con un proprio album in cinque diversi decenni, dagli anni ’70 alla prima decade del millennio 2000.

Prima ancora di Boncompagni però è Don Lurio a notarlo al Piper di Roma, locale icona degli anni ’60 della capitale, e ad inserirlo nel gruppo di ballo I Collettoni, che accompagnano Rita Pavone nei suoi show in Italia e nel mondo; proprio lì conosce Loredana Berte’, con la quale instaurerà un rapporto di profonda amicizia che si chiuderà bruscamente alla fine degli anni ’90.

Per vedere il Renato Zero che tutti conosciamo, l’artista di rottura, il performer scandaloso per un’Italia ancora in gran parte perbenista, si dovranno aspettare gli anni ’70, quando dall’Inghilterra il David Bowie travestito da alieno prima e il glam rock poi si imporranno anche in Italia e lui ne prenderà in prestito trucchi e costumi della messa in scena.

Dopo qualche anno passato in sordina è nel 1977 che Zero sforna il piccolo capolavoro ‘Zerofobia‘ che contiene perle del suo repertorio – da ‘Mi vendo’ a ‘Morire qui’ e ‘Il cielo’ – e che la rivista specializzata Rolling Stone piazza al 34esimo posto della classifica degli album più belli della storia della musica italiana.

Il successo prosegue con il successivo ‘Zerolandia‘, album supportato dal brano ‘Triangolo‘, che con questo ennesimo ambiguo testo decreta la sua essenza artistica e provocatoria; inoltre Zero anticipa i tempi anche per quanto riguarda la propria gestione, ‘Zerolandia‘ infatti è il primo disco prodotto dall’omonima etichetta che fa di lui, di fatto, nonostante poi la distribuzione sia affidata alla RCA, uno dei primi ‘indie’ del cantautorato italiano.

A cura di Samanta Costantini – Foto fonte La Stampa

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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