Il 15 agosto 1483 la cappella Palatina del Palazzo Apostolico, più nota con il nome di Cappella Sistina, venne ufficialmente consacrata con la celebrazione della Santa Messa all’Assunzione della Vergine Maria.

È certamente uno dei capolavori culturali e artistici (conservati nella Città del Vaticano) più importanti al mondo, è inoltre sede del conclave e di altre cerimonie ufficiali del Pontefice.

Inserita in una vasta opera di ristrutturazione del tessuto urbano di Roma voluto da Papa Sisto IV, la Cappella Sistina, iniziata nel 1475 su progetto di Baccio Pontelli e realizzata da Giovannino de’ Dolci,  ha visto la partecipazione dei grandi maestri del rinascimento italiano – come Botticelli, Perugino, Pinturicchio, Ghirlandaio, Signorelli – che dal 1481 al 1482 hanno affrescato le pareti della grande navata, lunga 40,93 metri e larga 13,41, le stesse dimensioni del Tempio di Salomone, così come riportate nell’Antico Testamento.

Un chiaro segno di continuità tra la storia del popolo di Israele e la comunità di Cristo. L’anno successivo, Sisto IV morì e gli successe il nipote Giulio II della Rovere che incaricò Michelangelo Buonarroti di decorare la volta e le lunette, terminati nell’ottobre del 1512.

Gli affreschi dell’altare, con il celebre Giudizio Universale furono portati a termine, invece, tra il 1525 e il 1541.

Fra il 1980 e il 1994 accurati restauri sono stati condotti in Cappella Sistina da parte di un gruppo di specialisti dei Musei Vaticani coordinati dal direttore Carlo Pietrangeli, dal professor Fabrizio Mancinelli, storico dell’arte e direttore dei lavori, e da Gianluigi Colalucci, capo-restauratore,che hanno comportato la pulitura degli affreschi della “Volta“, effettuata dal 1980 al 1992, e del “Giudizio”, portata a termine nel 1994 dopo quattro anni di intenso lavoro.

L’intervento di restauro ha rappresentato un evento di risonanza mondiale ed è consistito, dopo accuratissimi esami di laboratorio, in una prima fase di pulitura con acqua distillata, quindi nell’applicazione di un blando solvente che, pur asportando i vari strati di sporco, ha però mantenuto, a fini protettivi, un sottile velo di patina rappresentato dal primo strato di polvere depositatosi sugli affreschi subito dopo la loro dipintura.

Attualmente, nella Cappella l’aria è filtrata da condizionatori e un sofisticato impianto di monitoraggio verifica e controlla che le condizioni ambientali siano ottimali.



articolo a cura di Franco Buttaro – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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