A quanto pare dopo le dichiarazioni senza colore e nesso di Daniele Martini e Francesco Modesto, il progetto Cesena Fc non funziona perchè la colpa sarebbe dei giornalisti che si occupano di sport dalle tribune e hanno il sacrosanto diritto di svolgere il proprio mestiere facendo un’analisi contemporanea e dei tifosi che fischiano dagli spalti.

Se una critica giornalista viene rivolta è proprio perchè non siamo alla messa della domenica, dove la santa comunione pulisce ogni peccato, siamo davanti ad una società inesperta e non resta che piangere ogni qualvolta la squadra scende in campo svolgendo regimi tecnici senza sale.

Questa è la pura verità da quando è iniziato il campionato, per chi segue il calcio da oltre 5 lustri e, sovviene, con razionalità senza pregiudizio alcuno. Manifestare il proprio pensiero democraticamente in modo critico verso i colori bianconeri da quando è nata questa nuova cordata non significa disprezzo, ma ragionevolezza e coscienza nell’affermare che ci si trova di fronte ad un pressapochismo mai visto nella vecchia storia del vero Cesena, che ha fatto sognare almeno 4 generazioni.

Una società di calcio parte da zero, inizia il proprio percorso avvalendosi non di sprovveduti, ma di persone certamente che possono sbagliare, ma che nel calcio ci sono sempre state e hanno maturato conoscenze determinanti per ottenere risultati idilliaci, prova sacramentale l’Atalanta…

Questa società nata dalla politica non rappresenta il passato del Renato Serra, della Barledà, di Magdeburgo, è solo uno specchietto delle allodole. Si farebbe meglio configurare questo Cesena Fc come il figlio putativo del Martorano che fino a due anni fa era l’anti Cesena per antonomasia, quella specie di rivalità cittadina che esiste in Lombardia, in Piemonte, nel Lazio, in Liguria, in Veneto.

Il nuovo A.c. Cesena doveva nascere da un bacino diverso, magari prendendosi anche un anno sabbatico, per una ricostruzione oculata e fiorente. A cosa serve essere tra i “piccoli professionisti” se il rischio reale è quello di ritrovarsi nuovamente in Eccellenza. A cosa serve nutrire sogni di speranze se mancano i patrimoni liquidi. A nulla, il calcio di oggi non è più quello dei Rognoni e Manuzzi, presidenti che come fiore all’occhiello avevano il proprio settore giovanile per costruire un domani solido. Tutto è mutato. E, senza finanze importanti, prima o poi torni a fare la fine del Rimini, del Messina, del Palermo, del Como e via dicendo.

Questa è rosa bianconera costruita senza una linea logica, a parte De Feudis non ci sono nomi di richiamo importanti come Granoche nella stessa Triestina, che alla lunga sono i veri trascinatori dello spogliatoio.

Martini sostiene che Modesto rimarrà anche il prossimo anno, probabilmente ha pensato che per la categoria inferiore potrebbe eguagliare Angelini, ma personalmente non sarei così sicuro nemmeno in questa similitudine.

Martini rischia con il fuoco, speriamo per lui, che abbia ragione e che non faccia la fine di PINOCCHIO ovvero quel burattino che si bruciò i piedi ancor prima di divenire un bambino vero e che non stava alle regole di Geppetto e ai consigli del grillo parlante.

Non sappiamo se il vento della Bora di Trieste spazzerà ogni nostro dubbio, (ci pare improbabile scommettere sul contrario dei nostri ragionamenti) che il Cesena Fc possa ottenere un risultato positivo viste le sortite fino a ieri e soprattutto dopo la sconfitta consumata nella propria casa contro il Carpi…

Martini è fortunato a non avere al vertice uno come me dal carattere decisionista fatto di coscienza, conoscenza (Modesto doveva riprendere la sua strada a Novembre) calcistica e che non avrebbe mai cambiato un allenatore che vince un campionato e calciatori artefici di una stagione pur sempre da vincere a denti stretti per la bassa qualità tattica che propone sui campetti l’Eccellenza. Piuttosto, come dice il Zac chi vince non si cambia e intorno a loro si costruisce l’ossatura di una squadra elevando il tasso tecnico per il domani che è già ieri… nel calcio moderno.

Continuiamo a dire MEGLIO L’ECCELLENZA CHE QUESTA DIRIGENZA….

A cura del Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Rega

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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