Marilyn Monroe nasce il 1° giugno del 1926 a Los Angeles, con il nome di Norma Jeane Mortenson. Sua madre Gladys, che è una donna mentalmente instabile, la chiama così in omaggio alle sue attrici preferite: Norma Talmadge e Jean Harlow.
La nascitura non ha padre e, per buona parte della sua infanzia, alterna permanenze in orfanotrofi o con famiglie temporanee a turbolenti ritorni a casa.
Quando a sua madre i medici diagnosticano la schizofrenia, Norma Jeane viene cresciuta dallo stato: suo tutore legale è la migliore amica di Gladys, Grace McKee, archivista di pellicole alla Columbia Pictures.

Sarà lei ad appassionare la ragazzina al cinema e, qualche anno più tardi, a iscriverla al liceo dove conoscerà il suo primo marito James Dougherty. Le nozze, celebrate nel 1942, durano solo 4 anni, intervallo di tempo nel quale Norma posa per il fotografo André De Dienes, che invia i suoi scatti Emmeline Snively, direttrice della più importante agenzia pubblicitaria di Hollywood.

La Snively la convince a farsi bionda. Per la futura diva il rapporto con il cinema inizia proprio al termine del matrimonio, quando, nel 1946, viene messa sotto contratto dalla Fox.
Nello stesso anno cambia il suo nome in Marilyn Monroe.
Il debutto davanti alla macchina da presa avviene nel 1947 con The Shocking Miss Pilgrim, in cui ha un ruolo esclusivamente vocale. Seguono brevi apparizioni in film trascurabili, un contratto con la Columbia Pictures e una parte significativa nel musical Orchidea bionda, in cui Marilyn canta anche due canzoni.
Hollywood però si dimentica subito di lei e, in seguito a un nuovo licenziamento, la rivuole indietro per affiancarla ai fratelli Marx in Una notte sui tetti. Questo film le porta fortuna, perché la mette in contatto con il talent scout che la presenterà a John Huston, suo regista in Giungla d’asfalto.

La tappa successiva è Eva contro Eva di Joseph L. Mankiewicz.
In questo periodo, però, Marilyn Monroe fa parlare di sé soprattutto per una sua foto nuda inserita in un calendario sexy e destinata a costituire il piatto forte del primo numero di Playboy.

L’inizio degli anni ’50 è per Miss Monroe un momento turbolento, segnato da un tentativo di suicidio. Gli unici episodi lavorativi significativi sono una parte ne La confessione della signora Doyle di Fritz Lang, che esce nel 1952, e il suo primo film da protagonista: La tua bocca brucia (sempre del 1952), che attira giudizi contrastanti.

L’approvazione unanime arriva grazie a Niagara, in cui Marilyn fa la parte di una femme fatale. Siamo nel 1953, l’anno che per la star del cinema segna l’inizio del mito.
I ruoli fioccano. La Monroe canta anche, e balla, e nessuno dimenticherà i suoi numeri ne Gli uomini preferiscono le bionde, la bella signorina occhialuta che impersona in Come sposare un milionario e la sua interpretazione ne La magnifica preda (1954). La lavorazione di quest’ultimo coincide con il matrimonio con il campione di baseball Joe Di Maggio.

Nonostante le buone intenzioni, l’unione si rivela difficile e la separazione arriva dopo 9 mesi, durante i quali Marilyn gira la scena più sexy della sua carriera, quella del vestito bianco sollevato dal vento della metropolitana ne Quando la moglie è in vacanza (1955).

Chiuso il capitolo “Joltin Joe”, l’attrice si trasferisce a New York, dove frequenta l’Actor’s Studio e conosce il drammaturgo Arthur Miller, che sposa nel 1956. Questo è sicuramente il periodo più felice della burrascosa esistenza della diva, che ottiene una nomination al Golden Globe per Fermata d’autobus.

Il film successivo è Il principe e la Ballerina, con Laurence Olivier, che segna un nuovo rovescio per Marilyn Monroe, visto che è stata lei a produrlo e la critica lo stronca.

Ecco allora la crisi con Miller e una nuova dipendenza da farmaci. Nemmeno il successo di A qualcuno piace caldo (1959) – per cui vince il Golden Globe – riesce a esserle di sollievo, nonostante Billy Wilder la ritenga un genio della commedia.
Nel frattempo, un grande cambiamento è intervenuto nella sua vita privata, dal momento che è entrato in scena un personaggio ben più carismatico di Miller: il Presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy. Nonostante l’alone romantico che circonda questa passione, non bisogna gridare alla love-story. Per Kennedy la donna più sexy del cinema non è stata che un gradevole passatempo.

Fra il 1960 e il 1962 le condizioni mentali di Marilyn peggiorano ancora. Se riesce a recitare ne Gli Spostati, viene invece cacciata dal set di Something Gotta Give. Poco confortata da una relazione con Robert Kennedy, più affettuoso del fratello, la Monroe precipita definitivamente nel gorgo della depressione.

Il 5 agosto del 1962 viene ritrovata senza vita, senza vestiti e con la cornetta del telefono in mano nella sua camera da letto. Il medico parla di suicidio per un’overdose di barbiturici, ma qualcosa non quadra nella ricostruzione degli eventi, tanto che ancora oggi la morte di Marilyn Monroe è uno dei misteri irrisolti di Hollywood.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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