Terrore, sgomento e rabbia a Tripoli dopo la pioggia di missili lanciati da Khalifa Haftar che in piena notte hanno centrato un’area densamente popolata diAbu Slim, a ridosso del cuore della capitale, e che sono esplosi non troppo distanti dall’ospedale del municipio. Il leader del governo di unità nazionale Fayez al Sarraj ha bollato il maresciallo come un “criminale di guerra”, mentre da Bengasi le forze ostili all’intesa nazionale mediata dall’Onu hanno puntato l’indice contro i “terroristi”, riferendosi ai difensori di Tripoli.

Dura la condanna dell’inviato dell’Onu in Libia, Ghassan Salamè: “L’uso indiscriminato di armi esplosive in aree civili costituisce un crimine di guerra, l’uccisione di persone innocenti è un’eclatante violazione”. L’alto diplomatico, che giorni fa ha etichettato l’offensiva di Haftar come un “colpo di Stato” non ha per ora addossato la responsabilità al maresciallo, ma è certo che il drammatico bombardamento notturno sarà al centro del dibattito aperto al Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Il bilancio annunciato dagli ospedali dove sono stati portati i cadaveri e ricoverati i feriti parla di almeno 7 morti, tra i quali cinque donne, e 35 feriti, diversi ancora in gravic ondizioni. Il drammatico prezzo di sangue pagato dalla popolazione è di oltre 200 vittime. E cresce di migliaia al giorno il numero degli sfollati, arrivato a 25.000 persone.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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