Adesso che Ranieri con il suo Cagliari ha compiuto l’impresa nel finale playoff di serie B, trovando al 94’ il gol che vale la vittoria a Bari e, il ritorno nella massima serie (come nel 1990) dopo un solo anno di permanenza in purgatorio, tutti parlano del “sor Claudio”, romano del Testaccio, classe ‘51, alla faccia dei giovani fenomeni con cui ci riempiamo la bocca e alla faccia di tutti quelli che lo avevano definito “bollito”, nonostante le tante panchine e dopo i successi nazionali e internazionali.

Da mesi era al centro dell’attenzione mediatica, perché il solo pensare di credere nella promozione era cosa di per sé incredibile, farlo poi alla guida della formazione sarda che a dicembre era 14esima in classifica ed era giudicata una delle più serie candidate alla retrocessione, aveva tutto il sapore del miracolo. Si sa, in Italia si è sempre pronti a rimangiarsi tutto ciò che si è detto e scritto, con una disinvoltura incredibile, tanto chi viene a dirti qualcosa, a darti dell’imbecille, a invitarti a cambiare mestiere?

E lui, il buon Ranieri, sorride beffardo allo stormo di giornalisti pronti a chiedergli com’è potuto succedere tale miracolo? Alle sue ultime conferenze stampa c’era più gente che alla prima della Scala, che però non potevano far finta di niente di fronte a ciò che stava accadendo nell’isola sarda e a quel cocchiere partito con un ronzino che trascinava una zucca e ritrovatosi con una coppia di cavalli che tiravano una carrozza rossoblu brillante? Troppo furbo e sveglio il “sor Claudio” per non godersi il momento, ben consapevole che alle prime difficoltà avrebbe trovato fucili spianati e voltafaccia degni del miglior trasformista ma tant’è, adesso è il momento della gioia da godere e vivere appieno, a completare una carriera vissuta su panchine importanti quanto scottanti. Ranieri è un ottimo allenatore, lo è sempre stato, ma la sua calma, la pacatezza e l’educazione, non sono sempre state qualità apprezzate in un mondo dove chi grida pare più bravo di chi riesce a farsi sentire, chi imbonisce migliore di chi alle chiacchiere preferisce il lavoro, dove la stampa esalta per comodo anziché per valore, dove nel giro di una settimana si passa dal distruggere all’esaltare e viceversa.

Per finire non resta che fare sinceri complimenti a Claudio Ranieri per la vittoria del “suo” Cagliari, accomunandolo con tutti gli elementi di quello che sembra un miracolo ed è certamente il frutto di una serie di circostanze favorevoli forse uniche, ma anche di un lavoro serio, meticoloso, in campo come nello spogliatoio, in partita e nella vita di tutti i giorni, con l’augurio che il giocattolo resti un mezzo per divertirsi e divertire.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Imagoeconomica

Il Vice Direttore Ugo Vandelli

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui