Senza dubbio John Scofield è uno dei chitarristi più interessanti della scena jazz internazionale, un artista che può suonare più di uno stile musicale con raro virtuosismo. Arrivato alla notorietà internazionale nei primi anni Ottanta grazie alla collaborazione con il trombettista Miles Davis, il chitarrista si era già fatto notare accanto al sassofonista baritonista Gerry Mulligan e al trombettista Chet Baker, oltre a Charles Mingus, Dave Liebeman, Gary Burton, nel gruppo di Billy Cobham con il Pianista e tastierista George Duke.

Istradandosi verso il jazz elettrico, Scofield è tornato comunque periodicamente ad atmosfere più acustiche, manifestando sempre una precisa identità solistica delle pronunciate inflessioni bluesy. Il suo repertorio spazia infatti dal Blues alla Musica Jazz, al Funk e la sua forza è la spinta a contaminare stilemi ed esperienze, linguaggi e prospettive, E’ stato in grado di convertire ognuna delle sue molteplici collaborazioni in una tessera del proprio mosaico espressivo. Nel tempo sarà affiancato dal batterista Bill Steward e da Vicente Archer, bassista incredibile con una grande senso dello Swing e un forte accento ritmico.

John Scofield nasce a Dayton, negli Stati Uniti il 26 dicembre del 1951, si avvicinò al jazz nel 1969 provenendo da esperienze di Rhythm’s and Blues e Soul. Il Jazz-Rock era al suo stadio iniziale e Scofield ebbe l’opportunità di partecipare all’età d’oro della fusione tra il rock, il soul e il jazz. Suonò pure con artisti importanti, dal vibrafonista Gary Burton al sax baritonista Gerry Mulligan, ma il suo primo vero debutto nel Jazz-Rock avvenne nella band guidata dal tastierista George Duke e dal batterista Billy Cobham, che vedeva nella stessa formazione anche il contrabbassista Alphonso Johnson.

Dopo lo sciglimentodel trio, rimase nella New York City, la Grande Mela a lavorare col suo gruppo e con musicisti di livello eccelso, da Dave Liebeman a tanti altri. In quegli anni iniziò un’intensa collaborazione con il contrabbassista Steve Swallow che influenzò Scofield sia a livello stilistico che a livello compositivo: questa collaborazione continua tutt’oggi. Nel 1982 il chitarrista americano si unì al grande trombettista Miles Davis e alla sua formazione, rispondendo alla richiesta di quel momento dove Miles era proiettato sul genere del Funk-Jazz. Il periodo passato con il grande trombettista americano convinse Scofield della validità di questo genere musicale, dove l’improvvisazione jazzistica si unisce al groove della ritmica funk. Dopo aver suonato con Davis per oltre tre anni si prese un periodo di pausa, durante il quale produsse alcuni brani interessanti e legò molto con il batterista Dannis Chambers, creando poi un gruppo che riprendeva la ritmica funk. Dannis e il bassista Gary Grainger, riprendevano gli stili alla James Brown, e gli Erth Wind and Fire, che dettavano la mudica funk degli anni Settanta.

Quando il chittarista americano firmò il contratto con la label americana Blue Note Records nel 1989, decise di esplorare stili più vicini allo stile Swing e si unì al suo amico nonché ex compagno alla Berklee School of Music il sassofonista italo-americano Joe Lovano. Formarono così la formazione con il batterista Bill Steward e registrarono tre opere discografiche che, a detta dello stesso Scofield, risultarono tra i migliori in assoluto della sua, peraltro prolifica, carriera di jazzista. Successivamente si avvicinò al Soul-Jazz influenzato dalla musica degli anni Sessanta del sassofonista Eddie Harris e del pianista Les McCann; non ha caso nell’album Hand Jive troviamo tra gli esecutori anche Eddie Harris. Intanto anche Larry Goldings si univa a Scolfield all’organo Hammond. Il nuovo gruppo unì il genere jazz ai ritmi di New Orleans città dello Stato della Louisiana negli Stati Uniti, dando vita ad un groove molto personale. In questo periodo lavorò anche con il chitarrista Pat Metheny, che Scofield annovera tra i suoi chitarristi preferiti. Il progetto che porterà all’opera discografica a per titolo “I Can See Your House From Here“, pubblicato dalla label americana The Blue Note Records. Qui si incontrarono due chitarristi con modi diversi di suonare, si può anche dire due musicisti a confronto, dove il suono dello strumento si distingue chiaramente, Scofield con uno stile più energico, dove la sonorità del funk è delle varianti del Rhythm’s and Blues si sentono chiaramente in special modo nella ritmica.

Mentre Metheny è più morbido, più acustico. Anche se Metheny ama le sonorità con la sua chitarra con effetti sintetizzati, che hanno la prerogativa di portare il suono all’al di là dell’universo. Due musicisti quindi a confronto che sanno essere maestri e tirare fuori dalla chitarra due suoni particolari con degli effetti che lasciano stupiti gli appassionati che seguono i due artisti. Scofield poi collaborerà con altri artisti del panorama jazzistico internazionale come: Bill Frisell, Jim Hall, Mike Stern, John Abercombie, Kurt Rosenwinkel, Peter Bernstein, Albert King Calos Santana e Tom Morello.

Quando sentì l’opera discografica “Snack Man” di Medeski Martin and Wood, rimase folgorato e decise di collaborare con il trio perché il loro stampa groove (letteralmente groove paludoso), rallentato e sinvopato, si fondava alla perfezione con il suo stile musicale. Con loro Scofield incise l’opera discografica “A Go Go“, che resta uno dei dischi suoi preferiti. Tra le sue ultime produzioni c’è un album tributo al grande cantante e pianista Ray Charles il titolo, “That’s What I Say“: ‘John Scofield Plays the Music of Ray Charles’ “. L’album “Country For Old Man”, pubblicato nel settembre del 2016, gli valse due premi, del prestigioso Grammy Awards.

Lo stile di John Scofield negli ultimi trent’anni, ha saputo dare un impulso nuovo alla Musica Jazz. Le sue frasi musicali si articolano spesso in bending, termine inglese che indica “piegatura“, è un’effetto del glissando, che mira ad alterare una nota musicale di partenza fino a portarla a una più alta nota di arrivo. L’intervallo tra le due note spazia dal semitono ai due toni, a seconda dei limiti fisici dello strumento utilizzato. Il banding è una tecnica applicabile, indifferenti modi, su molti strumenti mudici, in particolare il sassofono oppure l’armonica a bocca, ma trova il suo più ampio utilizzo nelle parti della chitarra elettrica solista nella musica Blues e Rock.

Per quanto possa sembrare paradossale nei fumetti è usata per raggiungere effetti opposti: nel Blues il bending esprime spesso tristezza e disperazione suonando come un lamento, un singhiozzo nel pianto dello strumento: nel Rock invece suona come un grido, un urlo di energia musicale colorato di aggressività grazie all’uso della distorsione; il chitarrista riesce ad inserire questa tecnica prepotentemente anche in contesti prettamente Jazzistici ed a servirsene per dare respiro e dinamismo al suo fraseggio.

Dotato Scofield di grande groove nelle ritmiche e fantasia nei riff, questi ultimi spessissimo connotati di un forte spessore Fusion, colora il suo stile chitarristico con suoni molto caldi, quasi sempre overdrive. L’overdrive è la tecnica per portare oltre i limiti, è un’effetto elettronico usato in ambito musicale (in genere, per le chitarre), per ottenere una sorta di “leggera distorsione” del suono, chiamato Crunch. Inizialmente, era causato dall’aumento esagerato del volume, degli amplificatori a valvole. Ma poi, siccome risultò interessante fu rielaborato per gli stadi di preamplificazione, ottenendo così un maggior controllo sulla quantità di effetto soprattutto sul volume finale del suono amplificato.

John Scofield all’età di settant’anni continua a suonare e ad offrire ai suoi fan e alle persone appassionate che amano il suo genere e stile, la musica che emette magicamente con la sua straordinaria chitarra elettrica, regalando emozioni a non finire. Scofield non è ancora stanco e per gli anni avvenire darà ancora tanta musica al suo pubblico che la segue da anni.

A cura di Alessandro Poletti – Foto Repertorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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