Vengono anche chiamati “le patate di Sochi”, ma in realtà si tratta dei kiwi prodotti nel sud della Russia. Quest’anno, si è registrato un vero e proprio boom di raccolta, grazie ad una serie di condizioni favorevoli.
Per prima cosa il clima, che si è rivelato particolarmente mite: i produttori locali hanno così potuto raccogliere 8-10 secchi (8-10 chili ciascuno) da ogni pianta. Inoltre, a causa dell’embargo russo, in vigore da due anni, le importazione di kiwi da Nuova Zelanda e Italia sono notevolmente calate. I produttori locali ne sono naturalmente entusiasti: la qualità del loro prodotto, rigidamente “bio”, è buona, mentre il prezzo per i consumatori è basso, circa 1 euro al chilo.
Piccola curiosità: la quantità di kiwi raccolta basta per sfamare metà della popolazione del paese.