Conosciuta con le semplice iniziali H.P.B. più del suo vero nome, Helena Petrovna Blavatskij nacque nell’estate del 1831, da una famiglia di Ugonotti francesi e da una discendenza di ufficiali tedeschi emigrati in Russia, nella città ucraina di Ekaterinoslav (futura Dnjepropetrovsk).

Il nonno paterno fu il tenente generale dell’esercito dello zar Alexis von Rottenstern-Hahn, mentre da parte di madre discendeva dalla romanziera Helena Fadeiev, figlia di un consigliere privato dello zar e discendente della principessa Dolgoruki, proveniente dalla dinastia regnante. La sua nascita fu accompagnata da inquietanti presagi tra i quali la terribile epidemia di colera che causò nell’Impero la morte di centomila persone, prima di espandersi in tutto il continente.

Nel giorno del battesimo Helena prese il nome di jettatrice poiché la tonaca del pope ortodosso che la battezzò prese fuoco al contatto di un candeliere, provocando panico generale nel quale molte persone vennero ferite. Anche durante la sua infanzia ed adolescenza accaddero episodi di sinistre suggestioni, ad esempio un giovane servo che lei minacciò di far aggredire dalla “Russalka” (diavolessa folkloristica) nello scappare, inciampò, morendo per annegamento.

Dopo la morte della madre, all’età di venticinque anni, andò a vivere nel castello dei nonni, che si diceva infestato dai fantasmi, nel quale si trovò a suo agio, terrorizzando la servitù con le sue facoltà soprannaturali e con il suo innegabile potere di suggestione.
Fu una donna molto propensa agli studi ma dotata di scarsa femminilità, sembrerebbe che anche il suo futuro marito, il generale Blavatskij (dal quale prese il cognome) diventò una sua vittima. In molti ancora si chiedono quale motivazione spinse un generale settantenne a sposare una sedicenne; alcuni sostennero che il matrimonio fosse stato combinato, per altri sembra sia stata volonta di Helena per far un dispiacere al padre. In seguito si sarebbe negata al marito che tentò anche di violentarla e in quella occasione egli scoprì che la ragazza soffriva di una anomalia sessuale congenita.

L’unico dato effettivo fu che l’episodio terminò con l’evasione della giovane sposa per recarsi a Odessa.

Nel 1848, grazie ad una cospicua somma di denaro mandatale dal padre, si imbarcò in un veliero inglese per approdare in Egitto, qui incontrò assieme all’amica, la contessa Kiselev, un maestro di pensiero Caldeo o Copto, noto sotto il nome (probabilmente fantasioso) di Paulos Metamon, conosciuto come occultista e mago. Egli scortò la sua allieva attraverso l’Egitto e poi la Grecia svelandole i segreti dell’antico culto di Iside (la Dea Madre dei Faraoni) oltre anche ad alcuni giochi di prestigio. Ritornò infine a vivere in Europa, prima a Parigi, poi a Londra dove dovette dare lezioni di pianoforte per vivere, in attesa dell’aiuto economico da parte del padre.
In entrambe le capitali frequentò circoli rivoluzionari, spiritisti, medium e politici.

Tra il 1851 e il 1854 Helena conobbe e frequentò il secondo maestro della sua formazione iniziatica, Mahatma Morya, un delegato diplomatico nepalese che, secondo il suo sentire, lo aveva “riconosciuto” per averlo spesso intravisto nei suoi sogni infantili.
Egli accompagnò Helena in numerosi viaggi in Messico, India, Ceylon, Singapore, in America a New York e San Francisco, in Giappone, in Kashmir, nel Ladak, in Persia e in Cina dove fu iniziata ai misteri rituali del Buddhismo. Dopo un soggiorno di qualche anno in Russia assieme alla famiglia, si recò in Italia, probabilmente per rispondere alla chiamata di una società segreta alla quale aderì e si lanciò allora, nel 1866, nell’azione diretta a fianco di Garibaldi. Dopo aver personalmente partecipato ai combattimenti di Viterbo, contro le guardie ponteficie ed essere stata gravemente ferita sul campo di battaglia di Mentana, lasciò l’Italia per terminare la sua convalescenza a Parigi.

Ritornò successivamente a soggiornare a New York, dove frequentò molti occultisti, anche se visse poveramente al n. 16 di Irving Place, in attesa di incontrare l’americano che avrebbe profondamente segnato il corso della sua vita.
Conobbe infatti il colonnello Henry Steele Olcott, ingegnere, agronomo e autore di opere specialistiche, la sua fama crebbe dopo la guerra di Secessione nella Polizia militare, dove era stato richiamato a indagare sulle irregolarità nei traffici delle commesse per l’Esercito, occupandosi inoltre di giornalismo e di fenomeni paranormali. Grazie a questi ultimi conobbe Helena, affascinato dal suo ascendente, diventò sia visitatore che testimone assiduo dei suoi esperimenti svoltisi a New York e a Long Island. Con l’ingresso del ricco colonnello nella sua vita, i problemi materiali della Blavatskij sembrarono risolversi, assicurandole la notorietà, inizialmente attraverso degli articoli pubblicati su un quotidiano dal colonnello stesso.

Frequentandola Olcott ebbe la possibilità di vedere alcuni fenomeni inspiegabili che Helena attribuì all’intervento soprannaturale dei maestri che la guidavano; secondo Olcott essi avrebbero fin da allora cominciato a indirizzarle alcune lettere che sembravano scaturire dal nulla, come per incanto. Attraverso Olcott conobbe anche il suo secondo marito, un giovane armeno che corrispondeva al nome di Bettalay, il quale innamorato pazzamente di Helena la convinse a convogliare a nozze il 3 aprile 1875, anche se purtroppo questo matrimonio durò poco, sfociando in un divorzio.
Con l’aiuto di Olcott i problemi di denaro furono sempre meno pesanti, insieme acquistarono e svilupparono con profitto il periodico Spiritual Scientist e la Blavantskij tradusse in russo il libro che Olcott aveva scritto sugli spiritisti americani, su richiesta dello scienziato Aleksandr Aksakov, consigliere privato dello Zar.

Aksakov soddisfatto del lavoro compiuto dai due, finanziò generosamente la ricerca di medium di sperimentata serietà per la corte di Russia.
Il successo di tutte queste attività incitò probabilmente il duetto Blavatskij-Olcott a costituire un’associazione destinata a finanziare le loro ricerche e a diffondere le loro scoperte. Tra le persone che aderirono all’associazione vi era George H. Felt, professore di matematica, nonché membro di una attiva società segreta dell’epoca ed appassionato di egittologia, il quale attribuì agli adepti del culto di Iside, conoscenze e poteri che H.P.B. potè soltanto confermare.

Iniziò così per Helena la fondazione di un movimento che risulta ancora di notevole importanza, la Società Teosofica, dove Olcott ne sarebbe stato presidente, Felt e il cabalista dottor Seth Pencost vicepresidenti e la Blavatskij pur avendo il modesto titolo di segretaria, ne sarebbe stata la vera ispiratrice. Helena cercò di instaurare in questo movimeto una gerarchia di gradi iniziatici e di segni di riconoscimeto confidenziali come accadeva nelle società segrete del tempo.

I principi fondamentali della Teosofia furono la fede nella reincarnazione e la legge del Karman (Karma). La legge della reincarnazione insegna che il principio divino che risiede in ogni individuo, si incarna in corpi diversi che gli consentono di svilupparsi, di prendere coscienza di sé e di giustificare così di essere stato creato a immagine di Dio mentre la legge del Karman implica che ogni azione, sentimento, emozione o pensiero abbia una reazione di stessa natura, proporzionata, immediata o a termine, individuale o collettiva, in questa vita o in un’altra.
La Blavatskij fu autrice di numerosi libri tra i quali i volumi della “Dottrina segreta” e di “Iside svelata”, veri e propri percorsi iniziatici ancor oggi in uso e contemplati come pilastri chiave tra Misteri antichi e moderni della scienza della Teologia.

A cura di Baerbara Comelato – Foto Repertorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui