Un italiano su tre rischia l’esclusione e la marginalità sociale. È l’allarme lanciato dalla platea della conferenza nazionale “Povertà ed esclusione“, promossa dall’Ordine degli assistenti sociali in occasione del trentennale dalla sua istituzione

È l’effetto devastante del combinato pandemia e guerra che ha intaccato il tessuto sociale ed economico. Nel 2021 l’Istat certificava che “15 milioni e 390 mila persone, il 25,6% della popolazione, erano a rischio povertà ed esclusione”, ha sottolineato in apertura dei lavori il presidente Gianmario Gazzi

“Ma la pandemia non debellata e la guerra in corso porteranno a un peggioramento che rileviamo già nei nostri uffici e nei servizi dove arriva chi non era mai entrato e dove torna chi era riuscito a risollevarsi”, ha spiegato Gazzi

Da qui, le pessimistiche previsioni di un peggioramento del quadro socio-economico: “Se non si metteranno immediatamente in campo delle politiche strutturali di contrasto – ha avvertito ancora Gazzi – , arriveremo al 33%. Speriamo di sbagliarci, certo, ma il solo Pnrr non potrà bastare”

Quello degli assistenti sociali non è solo un allarme sul rischio innalzamento della povertà assoluta ma anche di tutto lo spettro delle povertà che vanno dalla povertà minorile all’abbandono scolastico, dalla mancanza di assistenza sanitaria ai rischi di una emarginazione a causa del proprio orientamento sessuale

Istat: cresce la povertà assoluta, record dal 2005
Un cliente del Mercato Orientale effettua acquisti nel primo giorno di spesa con sconto per gli over 65 in Liguria. Coloro che effettuerannocompere in fasce orarie ‘protette’, gli orarie sono 9-11 e 13 -16, avrannoo uno sconto che va dal 5% al 10% nei mercati e negozi aderenti all’iniziativa voluta da regione Liguria, Camera di Commercio e Comuni, per incentivare gli anziani a uscire in momenti in cui i negozi sono meno affollati. ANSA/LUCA ZENNARO

“Ai 5,6 milioni in povertà assoluta – ha spiegato Gazzi – vanno aggiunti quell’italiano su 10 che nel 2020 ha rinunciato a curarsi, quell’anziano su 10 che ha limitazioni nell’autonomia ed è spesso solo, quei 2,3 milioni di famiglie che hanno un loro componente con limitazioni gravi. La povertà non è soltanto una questione di soldi”.

A cura di Renato Lolli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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