Mano

Per Giada niente lavoro. Giada Gennaro, giovane ragazza di Treviso affetta dalla sindrome di Down, dovrà aspettare almeno 8 mesi per entrare nel mondo del lavoro. Perchè vi domandate? Semplice, perchè in Italia la burocrazia, invece di snellire le sue pratiche, le allunga terribilmente, allontanando, sempre di più, il cittadino dallo stato. In questo caso, Giada non può ancora lavorare, perchè non ha fatto la visita medica che attesti la sua condizione. E proprio qui sta l’ assurdo di tutta questa vicenda, perchè Giada come milioni di ragazzi nella sua stessa situazione è affetta dalla sindrome di Down dalla nascita. ‘Ogni hanno, quando Giada era piccola, ci siamo recati alle visite di revisione sulla sua sindrome, poi nel 2012 abbiamo ottenuto la pensione di accompagnamento, e ci hanno fatto sapere che non ci sarebbe stato bisogno di ulteriori revisioni.’ Queste le parole della mamma della ragazza che ha raccontato ai media come si sono svolti i fatti. Fino a qui tutto bene, ma per quale motivo ora salta fuori questa nuova e inaspettata revisione, se tre anni fa la stessa USL di Treviso aveva detto basta visite? La ragazza avrebbe dovuto fare un altro controllo al 18′ anno di età, ma nessuno l’ha informata di questo, forse per un errore, questo non è dato sapersi. Fatto sta che a causa di questo cavillo burocratico, Giada dovrà aspettare addirittura 8 mesi per lavorare.

L’ Handicap di Giada è irreversibile e sia lei che la sua famiglia sa che non si modificherà nel corso del tempo e quindi tutta questa storia è a dir poco assurda. Come si fa a dire a una persona, dopo che ha conseguito il diploma di Alberghiero (tra l’ altro con il massimo dei voti), che non potrà mettere in pratica quello che ha imparato sui libri? Ma come, parliamo tanto di giovani che non hanno voglia di lavorare e quando ne troviamo uno che di voglia ne ha da vendere, gli impediamo di realizzare i propri sogni? Oltre a questo, dover effettuare l’ ennesima visita per dimostrare il proprio handicap è molto seccante, per non dire altro. E’ seccante per Giada e per tutta la sua famiglia, dover elemosinare qualcosa che spetta a loro di diritto. Come recita la costituzione: “L’ Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”. Negare il diritto al lavoro ad una persona che ha la motivazione giusta per affrontare un impiego è cattiveria pura. Le persone con la sindrome di Down hanno una sensibilità e un amore verso il prossimo sconfinato. Sono molto più normali di tante altre persone che si definiscono tali.

Come ha detto la mamma di Giada: “I ragazzi Down hanno bisogno di stare in attività, di sentirsi motivati per non regredire”. Quindi oltre ad impedirle di lavorare, la burocrazia sta avendo un effetto negativo anche sulla condizione psicofisica della stessa Giada e questo non è assolutamente accettabile. Otto mesi sono tanti, quindi vediamo di fare qualcosa e in fretta. Giada non vuole nessun trattamento di favore, vuole solo lavorare per sentirsi libera e felice.

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui