L’allora Deputata comunista, Franca Chiaromonte, oggi Senatrice del PD, nel 1996, in merito alla strage di Bologna del 1980, affermò: “Dopo averla conosciuta io sono convinta dell’innocenza di Francesca Mambro sulla strage di Bologna, e ho aderito a questo comitato con l’obiettivo politico di consentire alla società di nutrirne il dubbio, al di là di quello che ha detto una sentenza discutibile.”

All’epoca nessuno la definì fascista, né le chiese dimissioni.

Solo dopo la sentenza prese forma il Comitato ”e se fossero innocenti?”», in merito alla condanna definitiva di Mambro e Fioravanti, pilotato esclusivamente dalla sinistra.

Ricordo che all’epoca il Presidente della Regione Lazio, Piero Badaloni, presentò all’allora Presidente della Commissione Stragi, Giovanni Pellegrino, una mozione in cui la Regione Lazio nella sua completezza chiedeva la revisione del processo sui fatti di Bologna.

Non a caso dal 1990 e 2000 molti appartenenti alla sinistra erano propensi e convinti sull’innocenza di Mambro e Fioravanti. Infatti, basta rivedere i quotidiani di detto periodo per scoprire che ne fecero parte anche Furio Colombo e Francesco Cossiga.

Nel 2007 il giornalista di sinistra Andrea Colombo scrisse il libro “Storie nere”, finalizzato a far chiarezza sulla loro innocenza. Le fu proprio il Corriere della sera a farsi promotore della presentazione pubblica di tale libro con l’intervento del Direttore Paolo Mieli che affermò: “Fra qualche decennio quando gli storici analizzeranno queste vicende si stupiranno della illogicità assoluta dell’impianto accusatorio… il modo di procedere giudiziario è stato totalmente capovolto… era chiesto agli imputati di discolparsi, portando elementi ridicoli di colpevolizzazione… un caso mostruoso… Io non lo so, Mambro e Fioravanti potrebbero essere anche colpevoli ma sulla base di come sono stati giudicati questi processi sono figli di un condizionamento culturale dell’epoca in cui si sono svolti, e basta Ma la protervia con la quale coloro che sostengono la tesi della colpevolezza di Mambro e Fioravanti contro libri come questo non ha eguali. E anziché proporre argomenti accusano gli altri di essere dei poco di buono aldilà della biografia delle persone.”

Rileggendole oggi non sono altro che la copia delle “frasi” indirizzate in modo indegno contro Marcello De Angelis.

Paolo Mieli le usò 20 anni fa per difendere i revisionisti di sinistra: “Un giorno quando rianalizzeremo questi fatti al di là delle bizzarrie dell’inchiesta diremo che ci furono degli episodi di Civiltà. Per Sofri è un dubbio sacrosanto ma accettato, per le stragi nere è un dubbio non accettato, che è più prudente non esibire. E c’è sempre qualcosa di insinuante nel trattare persone che questi dubbi hanno manifestato. Ma se questo può giovare loro, io lo garantisco da storico, dopo la loro morte questi dubbi acquisiranno rilievo. E i dubbi saranno portati come esempio che non tutti nell’epoca in cui i fatti accaddero furono così stolti o intellettualmente disonesti o sciatti, da prendere per oro colato le verità rivelate e adeguarsi”.

Sono passati 43 anni dalla strage di Bologna e il dibattito è tornato alla ribalta con una sostanziale differenza: allora era consentito esprimere dei dubbi, ora non più.

Tale processo alla luce die fatti quotidiani non è ancora finito, anche perché particolarmente utile al PD e alla sinistra, sempre alla ricerca di voti!

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto Imagoeconomica

Editorialista Pier Luigi Cignoli

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