Christian Eriksen è stato dimesso dall’ospedale. A renderlo noto è la federazione danese, che tramite un comunicato, oltre a informare i tifosi, riporta anche le parole del calciatore dell’Inter: “Grazie a tutti per i messaggi, sto bene”.

Eriksen è stato operato con successo ed è stato dimesso oggi dal Rigshospitalet. Oggi ha anche visitato la squadra nazionale a Helsingør e da lì tornerà a casa e trascorrerà del tempo con la sua famiglia, spiega la Federcalcio danese.

“Grazie per l’enorme numero di saluti – è stato incredibile da vedere e da sentire. L’operazione è andata bene e sto andando bene date le circostanze. È stato davvero bello rivedere i ragazzi dopo la fantastica partita che hanno giocato ieri sera. Non c’è bisogno di dire che lunedì contro la Russia farò il tifo per loro”, le parole di Eriksen.

L’Inter attende il suo tesserato – L’Inter aspetta Christian Eriksen e si interroga sul suo futuro. Il giocatore dopo una breve visita al ritiro della Nazionale danese è tornato a casa, ad Odense, con la moglie Sabrina e i figli.

“Lui sta bene. Adesso siamo qui e abbiamo soltanto bisogno di un po’ di riposo e di tranquillità“, ha detto la compagna del giocatore alla Gazzetta dello Sport.

Eriksen sarà a Milano il prossimo luglio, per sottoporsi ad una serie di esami: lo staff medico nerazzurro vuole capirci di più, soprattutto in ottica futura. Il giocatore ha ancora possibilità di tornare in campo in Italia, ma solo se il defibrillatore cardiaco si potrà espiantare.

Queste le parole del professor Andreini, cardiologo e responsabile di Monzino Sport, alla Gazzetta dello Sport: “Partiamo dal primo aspetto: è stato impiantato un dispositivo sottocutaneo, meno invasivo di quello classico. Viene riservato ai soggetti più giovani che non hanno bisogno del pacemaker per aiutare il cuore a tenere il regolare battito. I sottocutanei sono più recenti e vantaggiosi. È più agevole sostituire il generatore e ci sono meno rischi qualora si incorresse in una infezione perché non è collegato direttamente al cuore”.

“Potrà tornare in campo? Per rispondere in maniera adeguata dovremmo avere un quadro clinico completo. Ci sarà una relazione molto circostanziata per dedurre cosa è successo nella fase acuta. E poi per capire la diagnosi reale e precisa. Se il tutto è stato provocato da una aritmia scatenata da un’infiammazione (miocardite, ndr) allora potrebbe essere una delle diagnosi più favorevoli per la prognosi del ragazzo al di là del calciatore”.

“La notizia più importante è che può fare una vita normale. Ci vorranno dei controlli e non prima di sei mesi sarà possibile capire se il defibrillatore potrà essere espiantato. Ma bisogna ponderare tutto con estrema cautela prima di arrivare ad una eventuale idoneità sportiva“

A cura di Roberto D’Orazi – Foto Dire

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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