Il fenomeno dello stakanovismo in Giappone è più sviluppato che mai e spesso comporta grossi danni di salute che portano alla morte. Nel paese del sol levante “karoshi” è il termine giusto per coloro che lavorano anche ben al di fuori dell’orario previsto facendo lunghe ore di straordinari.
Risultato? Spesso le persone si ammalano di ictus o altre malattie legate all’eccessivo stress, fino a morire, talvolta anche di suicidio, non a caso il Giappone è uno degli stati al mondo con il maggior tasso di morti autoinflitte.

Dal 2018 però questo fenomeno, ossia quello dei giapponesi che lavorano troppo per fedeltà, dedizione e amore per quello che fanno, è destinato a scendere.
Come? Semplice, grazie all’aiuto della tecnologia.

Infatti, a partire dal nuovo anno, come annunciato da diversi siti e quotidiani locali, le aziende e i datori di lavoro avranno la possibilità alla “modica cifra” di 380 euro al mese, di acquistare un drone pronto a volare sopra la testa dei lavoratori emettendo un suono, la melodia “Auld Lang Syne”, un motivo scozzese tipicamente usato in Giappone per annunciare la chiusura di un negozio e la fine delle lezioni al termine dell’anno scolastico, in modo da indurre gli stakanovisti ad andare a casa per riposarsi.

Addirittura fino ad ora erano presenti delle vere e proprie “sentinelle” in carne ed ossa che sollecitavano chi lavorava troppo ad andare a casa, facendo a loro volta gli straordinari, perchè la gente da invitare a lasciare il luogo di lavoro era tantissima.

Il drone è autonomo, non ha bisogno di GPS e soprattutto ha al suo interno un dispositivo di riconoscimento facciale pronto ad individuare i lavoratori eccessivamente zelanti e che non si decidono ad andare a casa.

In Giappone non sono nuovi a iniziative del genere a tutela della salute: sono recenti infatti i provvedimenti per annullare il fumo in luogo pubblico; questo sia per tutelare la salute sia di chi fuma che di chi non lo fa, ma anche e soprattutto in preparazione delle Olimpiadi che si svolgeranno nella capitale giapponese nel 2020.

A cura di Giacomo Biondi

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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