Della strage di Dacca, in cui sono state uccise 20 persone tra cui dieci italiani (non nove come molti media riportano, Simona Monti era incinta di 7 mesi, ndr), emergono nuovi terribili dettagli; sono stati i sopravvissuti a raccontare che gli attentatori hanno sequestrato i telefonini degli ostaggi e li hanno costretti a fornire le password in modo che potessero inviare le foto del massacro e farle condividere dall’Isis.

Sembrerebbe infatti che i jihadisti portino spesso con sé dei computer per sfruttare la forza dei social network.

Facebook, Twitter e YouTube sono ancora al lavoro per chiudere gli account dei jihadisti, ma spesso riemergono con nomi diversi. Le autorità del Bangladesh intanto hanno annunciato che inaspriranno la legge per combattere la radicalizzazione sui social.

Il capo dell’Autorità delle telecomunicazioni Shahjahan Mahmood, ha dichiarato: “I social media sono diventati terreno fertile per il reclutamento di militanti, l’attacco è stata una rivelazione per noi. Attraggono i giovani attraverso i social media”. Mahmood ha aggiunto che la Commissione per la gestione delle telecomunicazioni in Bangladesh ha ordinato a YouTube di rimuovere i video di “prediche radicali”, incluse quelle del religioso Jashim Uddin Rahmani, condannato a cinque anni di prigione a dicembre per aver incitato i militanti islamisti a uccidere il blogger ateo Ahmed Rajib Haider.

Intanto, dall’autopsia effettuata sulle vittime italiane al Policlinico Agostino Gemelli, è emerso come i terroristi abbiano infierito su di loro per straziare senza uccidere e senza dare il colpo di grazia. Completati gli accertamenti autoptici, il pm Francesco Scavo ha firmato il nulla osta per restituire le salme alle famiglie.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui