A fine 2020 la ricchezza netta delle famiglie italiane è pari a 10.010 miliardi di euro, 8,7 volte il loro reddito disponibile, con una crescita dell’1% (circa 100 miliardi) rispetto al 2019. È quanto emerge dalla nota congiunta Istat-Banca d’Italia “La ricchezza dei settori istituzionali in Italia”.

Le abitazioni, che hanno costituito la principale forma di investimento delle famiglie, rappresentano quasi la metà della ricchezza lorda, per un valore di 5.163 miliardi. Le attività finanziarie hanno raggiunto 4.800 miliardi, in crescita rispetto all’anno precedente, soprattutto per l’aumento di depositi e riserve assicurative. Il totale delle passività delle famiglie, pari a 967 miliardi, è rimasto pressoché stabile rispetto al 2019. Nel confronto con alcune economie avanzate, la ricchezza netta delle famiglie italiane resta elevata se rapportata al reddito lordo disponibile mentre è tra le più basse se rapportata alla popolazione.

Il valore delle attività non finanziarie è in calo dal 2012 principalmente a causa della riduzione di quello degli immobili, mentre le attività finanziarie sono cresciute prevalentemente per effetto delle riserve assicurative, delle quote di fondi comuni e dei depositi. Nel corso del 2020 la ricchezza finanziaria è cresciuta principalmente per effetto dell’aumento dei depositi, in cui è largamente confluito il maggior risparmio.

A differenza di quanto registrato negli anni precedenti, il contributo dei guadagni in conto capitale alla crescita delle attività’ finanziarie è stato molto limitato (+0,3%). La diminuzione del valore dello stock di attività non finanziarie di proprietà del settore (-0,5%) è dovuta principalmente al calo segnato nel 2020 dal valore delle abitazioni (-0,3%) e degli immobili non residenziali (-2,1%), riconducibile alla discesa dei valori medi degli immobili.

A cura di Renato Lolli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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