La Tirreno-Adriatico 2021 è stata un vero e proprio spettacolo ciclistico, regalando agli appassionati delle due ruote tappe avvincenti e protagonisti di primissimo piano.

Cosa dire infatti quando l’elenco dei vincitori di tappa recita questi nomi: Van Aert (due volte), Alaphilippe, van der Poel (due volte), Pogacar, Wurtz Shmidt; con lo sloveno Pogacar, ultimo vincitore del Tour de France, primo nella classifica generale?

E’ il nuovo ciclismo che trionfa? Quello di campioni che sanno passare dal ciclocross alle corse su strada come fosse tutto estremamente naturale? Ed è l’ammaina bandiera dei “vecchi” campioni ormai in là con l’età ed abituati a vincere quasi di conserva, facendo controllare la corsa dalla squadra e dando la zampata nei chilometri finali?

Il discorso, a mio modesto parere, deve innanzi tutto tenere conto del cambio generazionale, logico, avviatosi nella passata stagione, con i giovani protagonisti del Giro d’Italia, dal vincitore Geoghegan Hart, al secondo classificato, Hindley, senza dimenticare Bernal, Almeida e Ganna; a loro vanno aggiunti Roglic e Kelderman, non più giovanissimi ma in età per essere protagonisti non solo a breve, oppure Hirschi, Lucenko, ed altri messisi in luce al Tour de France, oltre a qualcuno dei neoprofessionisti di cui si dice un gran bene.

Ciò che ha impressionato nella Corsa dei due Mari è stata la combattività, la voglia di andare all’attacco, senza paura, anche quando al traguardo mancavano decine di chilometri ed il percorso non era certo facile.
Vero che siamo solo all’inizio di stagione e gli appuntamenti importanti saranno tantissimi, ma non poteva esserci modo migliore per preparare, anche da parte dei partecipanti di una Parigi-Nizza combattuta e spettacolare, la Milano-Sanremo, tornata alla data ed al percorso classico, che ha una rosa di possibili protagonisti davvero d’eccezione, tutti in forma straordinaria.

Naturalmente una corsa breve si presta ad esprimere valori piuttosto vicini tra gli specialisti di un giorno e quelli invece più adatti alle grandi corse a tappe, però che dire magari di un Pogacar? Vincitore del Tour, certo, ma tranquillamente in grado di imporsi a Sanremo o in un’altra grande classica? Van Aert o van der Poel, saranno un giorno in grado di vincere un Tour, un Giro o una Vuelta?

Senza dimenticare colui che viene additato come il nuovo Mercks, Remco Evenepoel, uno che ha compiuto ventuno anni da due mesi e sta ancora recuperando dai postumi della tremenda caduta del Lombardia 2020, quando finì in una scarpata, scandendo a tutta dal Muro di Sormano!

Di una cosa dobbiamo semmai rammaricarci, ovvero che nell’elenco di nomi sin qui stilato non ci sia l’ombra degli italiani; Nibali è sempre un campione, ma la carta d’identità parla chiaro, mentre i vari Ciccone, Formolo, Fabbro, Masnada, sono sempre in attesa di una maturazione che tarda ad arrivare e probabilmente non andranno mai al di là di un onorevole piazzamento.

Tra i nostri Ganna è bravissimo e deve ancora compiere venticinque anni, però le sue caratteristiche, anche fisiche, lo potranno mai vedere grande protagonista delle tre settimane? Filippo ha perso la prima crono dopo un anno di successi, cosa che ci sta senza gettargli la croce addosso, ed ha un carattere eccezionale, e potrebbe regalarci grandi soddisfazioni sulla scia di un grande come Cancellara, capace di vincere praticamente tutte le più grandi classiche in linea.

Ciclismo dunque con protagonisti nuovi, giovani e senza paura di andare all’attacco, ovvero le caratteristiche migliori per gli appassionati, sperando che le voci sugli inglesi ( di cui abbiamo scritto) siano, alla fine, solo un buco nell’acqua e non diano un altro brutto colpo ad uno sport che si merita di uscire una volta per tutte dalle mire di gente cha bara impunemente e crea unicamente danni.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Patrizia Ferro

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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