BOBBY MCFERRIN
Nel mondo della musica Internazionale vi sono delle voci fantastiche che sorprendono gli appassionati di musica,  lasciandoli a bocca aperta, per il loro carisma e la loro professionalità di artisti. È il caso di un grande artista che ha saputo fare della sua voce un arte. Questo artista si chiama Bobby McFerrin, nasce a New York l’11 marzo del 1950; nel tempo studia pianoforte alla California State College di Sacramento. Inizia a esibirsi in una serie di band che suonano cover e anche in alcune formazioni da ballo, prima di debuttare come cantante professionista nel 1977.
Nel 1981 riesce ad ottenere un contratto con la label americana Elektra Records,  distribuita dalla casa discografica WEA Warner Brothers inc., in seguito a un’esposizione al Kool Jazz Festival di New York City; l’anno seguente McFerrin pubblica il suo primo lavoro discografico con “The Voice” e nel 1984 entra nella storia dalla Musica Jazz, registrando il lavoro completamente da solista utilizzando la voce, senza strumenti. Il suo debutto con la nuova casa discografica, la Blue Note Records è  segnato dal progetto dal titolo “Spontaneous Inventetius, nel 1985, che lo vede collaborare con il pianista Herbie Hancock, la formazione vocale dei The Manhattan Transfer e all’attore Robin Williams; successivamente seppur per un’unica volta s’interessa al mondo televisivo cantando il tema “The Cosby Show“.

Nel 1988 riesce a scalare le classifiche con il brano “Don’t Worry, be Happy“, tratti  dall’opera discografica “Simple Pleasures“; due anni dopo l’artista americano realizza con il gruppi Voicestra – formata da lui stesso – “Medicine Music“. Nei primi anni Novanta viene prodotta un’altra opera discografica “Hush“, in cui McFerrin si avvale della violoncellista Jo-Yo Ma: l’opera rimane nelle classifiche di Billboard, dedicata alla Musica Classica per circa due anni. Il lavoro meticoloso di questo artista, lo porta a tanti progetti con un’altra opera discografica, “Play“, un’album completamente prodotto con improvvisazioni jazzistiche. Il performer ritorna alla Musica Classica e nel 1995 produce “Paper Music“, un lavoro che lo tiene impegnato con dei grandi autori e compositori, come; Mozart, Bach e Tchiaikovky, registrato con la formazione della Sint Paul Chamber Orchestra.
Dopo questa esperienza ritrova le sue radici, registrando un’intera opera creata solo nelle performance vocali. All’inizio del nuovo secolo, il Millennio, le produzioni si susseguono uno dietro l’altra, è la volta del progetto “Beyond Words“, questo è il primo lavoro musicista per la label Nlue Note Records quest’opera arriva una decina d’anni, dal precedente lavoro discografico. È il  maggio del 2007 quando Bobby McFerrin ha l’onore e il privilegio di dirigere al Teatro alla Scala di Milano, il grande teatro lombardo, La Filarmonica della Scala, con un repertorio che comprendeva Musica Classica, con vari noti artisti compositori del 1600 e 1800. Questo evento è nato nella stagione scaligera 2015/2016, per il quarantesimo anniversario della fondazione della Filarmonica Orchestra del Teatro alla Scala di Milano.
Bobby McFerrin è una delle meraviglie naturali della musica. Dieci volte vincitore del Grammy Awards è ritornato improvvisatore vocale, ricercato direttore d’orchestra, creatore delle canzoni più famose del XX secolo ed appassionato portavoce della cultura musicale. Le sue registrazioni hanno venduto venti milioni di copie e le sue collaborazioni con la violoncellista Yo-Yo Ma, o pianisti Chick Corea e Herbie Hancock lo hanno reso noto come un ambasciatore del mondo della Musica Jazz e della Musica Classica. I traguardi di Bobby McFerrin vanno ben oltre il mondo musicale: ha lavorato con l’attore Jack Nicholson, il ballerino Savian Glover e gli attori comici Robin Williams e Billy Cristal.
Con un’apertura di toni di quattro ottave e una svariata serie di tecniche vocali, Bobby McFerrin non può essere definito un semplice cantante: è l’ultimo vero uomo rinascimentale della musica, un esploratore vocale che combina il jazz, il folk e diverse influenze  musicalmente – corali, a cappella e classiche  – con il proprio tocco personale. Possiede un orecchio musicale assoluto e questo dono gli ha permesso di sviluppare il suo modo di cantare spingendosi verso territori più creativi di altri artisti; potrebbe infatti estendere il suo repertorio fino a cantare parti ispirate alla tromba, nello standard con coloritura jazzistica di “Round Midnight” di Thelonious Monk, interpretare le parti di flauto e di violoncello nelle opere di Fourè e di Vivaldi o semplicemente creare da zero nuovi mondi sonori.

Bobby McFerrin è nato da una famiglia di cantanti lirici nella New York  degli anni Cinquanta; suo padre, Robert McFerrin Sr., è stato il primo afro-americano solista al Metropolitan Opera. La sua famiglia si trasferì ad Hollywood nel 1958 in California, nel quando McFerrin Sr. fu ingaggiato per essere la voce cantante dell’attore Sidney Poitier nel film “Porgy and Bess”. Il primo amore di McFerrin è stato il clarinetto, ma gravi problemi articolari lo costrinsero ad abbandonare il suo amato strumento e passare al pianoforte. Da adolescente ha anche desiderato diventare prete, ma quando ha capito di averla musica nel sangue, ha abbandonato l’idea ed ha proseguito per la sua strada fondando la formazione, Bobby Mack Quartet, mentre ancora frequentava le scuole superiori. In seguito ha tenuto una tournée con gli Ice Follies ed è stato pianista di una Lounge Band.
Nel 1977 Bobby McFerrin prese una decisione di accantonare il pianoforte per testare le sue  capacità vocali e, nel 1978, ha iniziato a cantare con il gruppo “Astral Project” formazione nata a New Orleans, per poi andare in tournée con il leggendario pioniere del jazz Jon Hendricks. Bobby McFerrin ha inoltre conosciuto Linda Golstein, la jazz – vocalist poi divenuta agente musicale, diventa sua manager e produttrice dal 1979. Ispirati dai concerti solistici e completamente improvvisati dal pianista  Keith Jarrett,  McFerrin e la Golstein hanno avviato e sviluppato un’innovativa carriera da solista vocale. Questo passo ha rappresentato una considerevole sfida poiché andava contro le regole seguite per costruirsi un futuro nel mondo musicale. Nel 1980 Bill Cosby ha organizzato una performance di Bobby McFerrin al Playboy Jazz Festival; un’anno dopo è avvenuta la sua trionfante apparizione al Kool Jazz Festival di New York. In seguito McFerrin ha pubblicato la sua prima opera discografica, mentre lavorava per raggiungere il suo obiettivo, ovvero esibirsi come solista in concerti completamente improvvisati.
Nel 1983 ha tenuto il suo primo tour europeo come vocalist non accompagnato, esibendosi senza materiale preparato, come era solito fare il pianista Keith Jarrett, in piano solo. Il pubblico inizialmente disorientato, è poi rimasto meravigliato. Registrazioni di questi concerti sono state incluse nell’opera discografica “The Voice” e i critici tedeschi hanno espresso tutta la loro approvazione definendolo “Stimmwunder“, ovvero “Voce delle Meraviglie“. Durante tutti gli anni Ottanta, Bobby McFerrin ha continuato a sviluppare le sue sbalorditive improvvisazioni e l’interazione con il pubblico. Con un senso del tempo degno di un attore, un irrefrenabile senso of humour e un contagioso amore per ogni genere musicale. McFerrin ha creato un nuovo tipo di concerto – non un nuova “esibizione” ma una condivisione comune e una celebrazione della musica. Nel frattempo ha iniziato una vasta serie di collaborazioni vincendo il suo primo Grammy Awards per “Another Tonight in Tunisia” con i Manhattan Transfer. Altri Grammy sono arrivati in seguito “Round Midnight” di Bernard Tavernier del 1986 e “How Rhinocerons Got  His Skin“, con Jack Nicholson nel 1987. Nel 1988, Bobby McFerrin ha portato le sue improvvisazioni come solista all’Hollywood Bowl, alla Carnegie Hall ed alle sale da concerto in tutta Europa e Asia, rinforzando la sua reputazione di fenomeno musicale.
L’artista americano ha poi pubblicato la sua opera discografica Simple Pleasures che è stato il suo omaggio alla musica degli anni Sessanta. Una gioiosa canzoncina, improvvisata nello studio di registrazione è diventata la fenomenale hit “Don’t Worry By Happy“. Simple Pleasures, l’opera discografica è stata nominata per il Grammy Awards del 1988 come miglior album sull’anno, mentre “Don’t Worry Be Happy” ha raggiunto la posizione numero uno in quasi tutte le classifiche  del mondo. Assaporato il gusto di essere una supercelebrità realmente inaspettato nel mezzo di una carriera basata sulle sperimentazioni vocali da solista, Bobby McFerrin ha cambiato rotta improvvisamente. Invece di ancoraggi alle numerosissime offerte di concerti ed eventi procurati dalla sua improvvisa popolarità, ha deciso di prendersi una pausa ed iniziare a studiare direzione d’orchestra, prendendo lezioni da Leonard Berstein, Gustavo Meier e Seiji Ozawa.
L’entusiasmo, la contagiosa gioia e il virtuosismo che hanno caratterizzato le sue performance soliste hanno reso McFerrin un comunicatore di successo anche nel mondo della Musica Classica. Nel 1990, nel giorno del suo compleanno, gli è stata offerta la direzione dell’Orchestra Sinfonica di San Francisco. Ha poi registrato “Hush” con l’amico e celebre violoncellista Yo-Yo Ma (rimasto nelle classifiche di Musica Classica di Billboard per più di due anni), ricevendo inoltre il disco d’oro. Nel 199 McFerrin è stato nominato direttore creativo dell’Orchestra da Camera St. Paul ed a pubblicato l’album “Paper Music“, una collezione di classici, acclamata dalla critica, che ha segnato la sua prima registrazione come direttore d’orchestra. Da allora ha continuato a collaborare frequentemente con orchestre del calibro della sinfonica di Chicago, dell’Orchestra di Cleveland, della Filarmonica di New York, della Gewandhaus di Lipsia e della Filarmonica di Vienna di cui ha diretto il tour europeo del 2003.
McFerrin mantiene una doppia carriera come direttore d’orchestra e come solista e continua a portare la musica ai bambini, sia con i concerti improvvisati sia con speciali programmi orchestrali. Malgrado tutti questi impegni, la sua più grande ambizione è quella di passare più tempo possibile a casa con la moglie Debbie e i tre figli. Bobby McFerrin è uno dei principali custudi della ricca eredità musicale, ma allo stesso tempo rimane sempre all’avanguardia con la sua spontanea e bellissima musica che trascende tutti i confini e abbraccia tutte le culture.
A cura di Alessandro Poletti – Foto Repertorio
Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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