BREXIT BANDIERA UK INGHILTERRA REGNO UNITO EUROPA EUROPEA INGLESE BANDIERE

La Germania dell’Ottocento è stata la culla di numerosi filosofi, psicologi e teosofi tra cui Arthur Schopenhauer, uno dei maggiori pensatori del tempo, che ha inesorabilmente traslato numerosi influssi anche nella nostra epoca.
La sua ideologia, che ancora oggi continua a infondere ispirazione, è un condensato di elementi ricavati dall’Illuminismo, dai pensieri di Platone, dal Romanticismo, dal Kantismo uniti a filosofie orientali quali il Buddismo e l’Induismo.
Il suo pensiero filosofico fu dettato da un profondo pessimismo, probabilmente prodotto da numerosi disagi interiori, oltre al periodo storico nel quale visse; in ogni caso la sua visione di spirito portata a considerare la realtà nei suoi aspetti peggiori, portò influssi, anche se in maniera rielaborata, a filosofi come Friedrich Nietzsche, inserendosi anche in correnti filosofiche successive.

Schopenhauer, figlio di un mercante e di una scrittrice, dopo il suicidio del padre si stabilì a Weimar con la madre, dove ebbe la possibilità di conoscere anche Wieland e Goethe; avendo mente eccelsa, dopo gli studi ordinari intraprese prima la facoltà di medicina a Gotting (1809) e successivamente decise di approcciare alla filosofia, frequentando i corsi tenuti da Schulze, sempre a Gotting e di Fichte a Berlino, oltre a seguire le correnti filosofiche di Schelling ed Hegel, anche se per quest’ultimo nutrì sempre una forma di conclamato disprezzo.

I suoi interessi spaziarono e lo avvicinarono a materie quali: fisica, matematica, chimica, magnetismo, anatomia e fisiologia, portandolo a laurearsi nel 1813 con una tesi intitolata “Sulla quadruplice radice del principio di ragion sufficiente”.
Nel 1818 pubblicò la sua opera più importante intitolata “Il mondo come volontà e rappresentazione”, che iniziò ad essere apprezzata solamente vent’anni dopo, nonostante i numerosi riconoscimenti ufficiali ottenuti dopo la sua pubblicazione.
Nel 1833 decise di spostarsi a Francoforte, dove frequentò la borghesia del tempo, malgrado questo tentativo di inserimento sociale, visse una esistenza solitaria e misogina, anche se ebbe numerose relazioni con donne, concluse però a causa del suo carattere difficile e talvolta sprezzante.

Il talento di pensatore sfociò nel 1851, attraverso la pubblicazione del testo “Parerga e paralipomena”, pensato come una trattazione completa della sua opera più importante: “Il Mondo”, che in realtà venne accolto dal pubblico come un’opera a sé stante, portando alla luce le sue opere come filosofo.
Il suo carattere introspettivo e psicologicamente instabile gli creò numerosi problemi nei rapporti umani e sociali, conferendogli in città l’appellativo di misantropo, anche se verso la fine dei suoi anni si dedicò a questioni politiche, non tanto ponendo la sua attenzione ai moti rivoluzionari di quel tempo (1848), ma partecipando attivamente alla questione dell’Unità d’Italia.

Anche se in tarda età, egli riuscì ad ottenere riconoscimenti per il valore delle sue opere, questi conferimenti lo aiutarono a smussare parte del suo carattere criptico ed introverso, portandolo ad accogliere vicino a lui una piccola schiera di seguaci, da lui chiamati apostoli, tra i quali il compositore Richard Wagner, lo scrittore David Asher e la scultrice Elisabet Ney.

Morì il 21 settembre 1860 di pleurite, a settantadue anni.
La sua filosofia di vita venne riassunta nella sua opera giovanile “Il mondo come volontà e rappresentazione”, legata alla corrente del “Relativismo”, nella quale egli sosteneva che ogni individuo vede il mondo tramite la propria volontà, rappresentata dal principio della realtà, velata dall’influenza della ragione.
Partendo da una visione pessimistica della vita, il suo pensiero lo portò a concludere che ogni desiderio emotivo, pulsione fisica e sessuale, perdono di intensità o valore dopo essere stati soddisfatti, senza portare l’individuo alla vera fonte di felicità.

Secondo la sua ideologia le pulsioni e i desideri emotivi andrebbero quindi limitati o sublimati, come avviene in pratiche spirituali legate all’Induismo, ai Vedanta, al Buddismo o addirittura avvicinandosi alla “Compassione” Cristiana, unico metodo secondo Schopenhauer per raggiungere la “liberazione” definitiva da questa o da altre esistenze passate. Nonostante riunisse nella sua filosofia di vita numerosi insegnamenti religiosi egli si ritenne ateo.

La sua misantropia lo portò ad avere una visione negativa anche nei confronti dell’amore, concepito secondo il suo pensiero solo per dare soddisfazione ad un istinto sessuale, come menziona nel capitolo 44 dei Supplementi al “Mondo” pubblicati nel 1844, i quali diventarono successivamente un volumetto unico intitolato “Metafisica dell’amore sessuale”.
A dir del filosofo l’amore è un inganno della natura, che ha il solo scopo di preservare la specie mediante l’atto sessuale, secondo lo stesso infatti, ogni matrimonio risulterà sempre infelice perché sarà sempre in funzione del pensiero procreativo della generazione futura, senza vivere la relazione presente.

Nella sua visione, trascorso il tempo della passione amorosa, finalizzata alla conservazione della specie attraverso la procreazione, indotta secondo le sue parole al ”Genio della specie”, i due coniugi inizieranno a non sopportarsi, rendendosi conto di non aver più nulla in comune e soprattutto prendendo coscienza che i relativi obiettivi esistenziali diventeranno inesorabilmente incompatibili.

Egli spese anche più di un’opinione riguardo l’adulterio, la sua visione concepì l’infedeltà maschile al fine istintuale della procreazione, menzionando la possibilità per l’uomo di moltiplicare la specie il più possibile, potendo proliferare con più donne nell’arco di un anno; secondo la sua concezione la fedeltà per la donna è qualcosa di più naturale, poiché essa può mettere al mondo un solo figlio all’anno ed è quindi spinta a restare con lo stesso partner, il quale dovrebbe assumersi la responsabilità di nutrire la famiglia e proteggere la prole.

Schopenhauer influenzò sicuramente il pensiero di altri tempi, anche se con tardi riconoscimenti e a causa del suo pessimismo non ebbe mai grandi folle di seguaci; del resto i grandi della storia influenzarono le generazioni successive quasi sempre per le innovazioni e per le aperture di pensiero positive, nonostante il periodo storico nel quale vissero. Inoltre la sua visione di coppia non fu molto apprezzata, poiché non considerò mai l’amore come sentimento, come l’insieme di emozioni che mantengono in vita l’individuo e la collettività.

A cura diBarbara Comelato – Foto La Chiave di Shopia

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui