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Gli stadi non sono più vuoti e tantomeno deserti; infatti, sono finalmente rientrati, seppur in percentuale, gli spettatori. Si è tornati a respirare un’aria di quasi normalità, si apprezza di più quel che prima si dava per scontato, ma non tutto è andato bene. La riapertura degli impianti sportivi ha fatto riaffiorare danni collaterali cui non eravamo più abituati. Ci riferiamo alla violenza gratuita in stile “Arancia Meccanica”.

Per capirci, ecco quello che è accaduto a fine agosto, in quel di Verona, nel dopo partita di Hellas vs Inter, vinta dai campioni d’Italia per 3 a 1. Padre e figlio, poco più di vent’anni, sono usciti dallo stadio Bentegodi felici per avere visto una bella partita. Erano due anni che la coppia non ne seguiva una dal vivo. Entrambi sono tifosi dell’Inter e simpatizzanti per l’Udinese. Verso le 22.30 si sono incamminati per raggiungere l’auto parcheggiata nelle immediate vicinanze. A poca distanza dallo stadio hanno visto un bar, dove ci sarà stato un centinaio di persone, ammassate e senza mascherine, che discutevano animatamente della partita a suon di birre. Immaginando fosse un luogo di ritrovo degli ultrà dell’Hellas hanno preferito fare un giro più largo, onde evitare qual si voglia tipo di problema.

È bene chiarire, anche se non è un reato, che padre e figlio non portavano bandiere o sciarpe e da sempre evitano abiti che possano richiamare i colori delle squadre. A meno di trecento metri dalla propria auto un gruppetto di sette persone, lasciato il locale, ha cominciato a seguirli. Di lì a poco hanno iniziato a urlare: “Ehi voi, che ore sono? Mio figlio ha risposto le undici meno dieci”. A circa un metro da noi un uomo di mezza età, con il cappellino dell’Hellas, ha chiesto che cosa ci facevamo lì. Ho risposto che non tifiamo per nessuna squadra, ma vista la sua insistenza ho detto che ci piace l’Udinese. A questo punto, il padre veniva colpito da un tremendo pugno in pieno volto e cadeva, mentre il figlio finiva anche lui a terra, dopo avere ricevuto un violento schiaffo. Non contento, il gruppo ha continuato, uno dopo l’altro, a dar calci ai fianchi, alle gambe e al volto. A fatica sono riusciti a raggiungere il proprio veicolo, senza potere evitare la seconda dose di schiaffi e pugni. Sono stati quindici minuti di terrore, così come hanno raccontato le due vittime del pestaggio al comando di polizia.

Medicati al pronto soccorso, il referto ha riportato la perforazione di un timpano, oltre a lesioni varie al padre, ed escoriazioni lievi al figlio. Per il fatto è stato individuato e denunciato dalla Digos di Verona il capo branco, un “tifoso” scaligero, con precedenti specifici e razzismo, che dovrà rispondere di lesioni personali. Gli ultrà – protagonisti di disordini vari durante le manifestazioni contro il lockdown e i vaccini – ora si sono riappropriati dei loro spazi. Le aggressioni vigliacche di tanti contro pochi, le prevaricazioni e le minacce. Questo campionato è iniziato, mentre la pandemia ha acuito i peggiori istinti con gli stadi riaperti e le solite violenze.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Calcio news 24

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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