Il commando è stato costitito per essere pronto ad operazioni speciali con assalti e sbarchi nel campo minato della serie D. Un campionato anonimo che dovranno vincere senza i piedi piatti per non essere riformati sin dal primo giorno di Car.
Il reggimento, però è ancora da formare, ci sono reclute senza cavalli..no.
Il sergente sanmarinese deve comporre i ranghi e cercare una uniforme degna del 1927, Proli non si dimentica e dopo il ventennio nemmeno il conte Rognogni.

La guerra provinciale è all’orizzonte e per difendere Cesena sono pronti a dare una mano i partigiani bianconeri. Probabilmente dovranno combattere contro il Forlì, il Ravenna e persino Classe non lontana da Anita che fu donna garibaldina.
Si tornerà allora a cantare nelle campagne il popolare Bella ciao per la liberazione e la resistenza? Dicono di sì! Il generale è convinto che attraverso la nuova tattica ci sarà sul campo di battaglia uno squadrone in grado di vincere ogni battaglia. Quando si danno ordini è meritevole pensarla così, ma durante i bombardamenti sono caduti anche gli stessi comandanti e hanno lasciato alle loro ira, ai loro sogni, solo la polvere.

E siccome che la Romagna bianconera di polverone è stata intossicata ed è caduta alla resa sotto le macerie, la speranza del popolo è quella di ricostruire la sua fortificazione nella libertà e nei principi che accomunano le gesta.

Durante i conflitti ci sono anche sommosse e a Cesena c’è già chi sta pensando ad una nuova fondazione targata 1940, per sentirsi rappresentato da quel corso epocale e non dal nuovo esercito, che ancora deve conquistare terre promesse e sarà difficile rivedere il cavalluccio sorridere e chiudere un occhio per il sorpasso solitario nonostante il classico in bocca al lupo!

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto fonte Index

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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