Lewis Hamilton si prende il suo 5° Mondiale in Messico (come lo scorso anno), al termine di una gara incolore per le Mercedes ed eguaglia il mito Manuel Fangio.
A Città del Messico vince Max Verstappen, con le Ferrari di Vettel e Raikkonen che completano il podio. Quarto posto per il britannico (cui bastava il 7° posto, a condizione che vincesse Vettel), poi Bottas addirittura doppiato. Sesto un ottimo Hulkenberg, davanti a Bottas (doppiato). Ricciardo spreca allo start la splendida pole di sabato: brutta partenza con Verstappen e Hamilton che lo infilano.

Difficile gara per le Ferrari, che si tengono comunque la quarta e sesta posizione. Le Mercedes vanno presto in affanno con le gomme e sono le prime a fermarsi (12° giro), seguite dalle due Red Bull in un paio di tornate. Vettel e Raikkonen si ritrovano così in testa. Il finlandese viene ripreso da Verstappen e Hamilton, cui fa un po’ da tappo.
Vettel effettua la sosta al 18° giro, cedendo la leadership all’olandese della Red Bull. Da qui diventa fondamentale la gestione delle gomme. Le Ferrari sembrano più equilibrate, Vettel dà la caccia al duo Hamilton-Ricciardo. L’australiano perde il duello con la rossa al 35° giro. Il britannico resiste fino al 39°, Vettel è al secondo posto e mangia a Hamilton due secondi in un giro. Alle spalle del campione del mondo arriva Ricciardo che lo passa al 47° giro. Al successivo Vettel mischia le carte: sosta e ultrasoft. Verstappen risponde il giro dopo e monta un nuovo treno di supersoft. Raikkonen intanto ha avuto la meglio su Bottas e, con la sosta di Hamilton, la classifica provvisoria vede le due Red Bull davanti alle due Ferrari.
Ricciardo vive una seconda giovinezza delle sue supersoft: oltre 45 giri di vita e, risolti i problemi di graining, tiene dietro senza problemi Vettel. Al 62° giro la power unit dell’australiano fuma e la gara finisce lì: posizioni cristallizzate.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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