“La battaglia per il Donbass è iniziata”: lo annuncia il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, nel solito video-messaggio serale pubblicato sulla sua pagina Facebook, aggiungendo che “la Russia ha concentrato una parte significativa delle sue forze per l’offensiva nell’Est”.

Ma, precisa subito il capo di Stato ucraino, “non importa quanti soldati siano stati trascinati lì, ci difenderemo. Combatteremo. Non rinunceremo a nulla di ucraino”. Poi prosegue: “Non faremo prendere nulla di ucraino: sono grato a tutti i nostri difensori, a tutte le nostre città nel Donbass e nella regione di Kharkiv che ora resistono alle forze degli occupanti”.

In un altro passaggio, Zelensky aggiunge: “L’esercito russo non diminuisce la quantità di razzi che lancia sull’Ucraina”; tuttavia – osserva il capo di Stato – a Mosca “non capiscono che senza poter importare i componenti, non riusciranno a rinnovare il loro arsenale militare”.

Riflessione che conduce alla successiva considerazione: “Quando le sanzioni saranno ancora più dure, sarà impossibile ammodernare la produzione militare” spiega il presidente Zelensky, aggiungendo che “tutti questi attacchi porteranno alla “smilitarizzazione” della stessa Federazione Russa”. Che è quello che Putin voleva invece per l’Ucraina (insieme alla “denazificazione”) all’inizio dell’operazione militare speciale avviata il 24 febbraio scorso.

A cura di Stefano Severini – Foto Imagoeconomica
Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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