Sono bastate due partite sottotono perché dall’esaltazione si sia passati ai dubbi, alle domande e figuriamoci se il popolo dalla tastiera facile non usava quegli insulti anche da parte juventina.

Pensare che il giovane centravanti serbo risolvesse da solo i problemi dei bianconeri era utopia pura, anche se, come solito, basta che uno finisca alla Juve per diventare la Santissima Trinità.

Che Dusan abbia davanti a sé un grande, possibile futuro è cosa su cui scommettere, che sia già il migliore dei migliori, invece è cosa da gente che vende, e si fa vendere, fumo.

Giocare a Firenze è la stessa cosa di farlo alla Juve? Prima del “casino” pre cessione, qualcuno imputava le mancate vittorie e le prestazioni così così al ragazzo?
Oltretutto a Firenze, pur se non manca una certa pressione, quante volte si andava in campo a settimana e quali erano gli obiettivi?
Giocare brutte partite contro Demiral e soprattutto Bremer è abbastanza normale di questi tempi, specie contro il brasiliano che oggi è il difensore più forte in Italia, solo che veste di granata.

Vlahovic ha bisogno di tempo, come tutti, per adattarsi alla nuova realtà e bisogna concederglielo, perché pur se settanta e più milioni sono un’esagerazione, la stoffa c’è; basta non chiedergli immediatamente di fare il Ronaldo.
A Firenze aveva una squadra che giocava per lui, cosa che non può essere oggi nella Juve, ma soprattutto faceva parte di una squadra che un gioco ce l’ha, si può oggettivamente dire la stessa cosa per Madama?

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Lapresse

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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