Già era strano vedere la Milano-Sanremo corsa all’inizio di agosto anzichè nel mese di marzo, aggiungerci poi il dover cambiare radicalmente gran parte del percorso, viste le imposizioni dettate dai sindaci dei comuni del savonese circa il divieto di transito sulle strade che della corsa hanno fatto la storia, poteva sembrare l’apoteosi di una gara che perdeva molti dei suoi valori più assoluti e radicati.

Invece è stata una Sanremo spettacolare e spettacolosa, dove è mancato solo il pubblico delle grandi occasioni, ma non il calore della gente e quel colore che caratterizza lo spettacolo del ciclismo; la corsa dei fiori è stata davvero grande, come grandi sono stati i protagonisti che dal primo all’ultimo centimetro si sono dati battaglia, con il Nava a sostituire più che degnamente il Turchino ed i tre Capi liguri, la Cipressa a smuovere ulteriormente acque già “agitate” ed il Poggio a fare da trampolino di lancio per chi si è presentato in Via Roma per una volata incertissima grazie a due ciclisti che grandissimi lo erano già.

Alla fine ha vinto il belga Vout Van Aert, davanti ad un non meno eccezionale Julian Alaphilippe; i due sono scattati proprio sul Poggio, con il francese partito come una scheggia e l’avversario a seguirlo senza perdere un centimetro, dando tutto quello che avevano, rischiando in discesa e precedendo di appena due secondi un drappello di campioni che ha inseguito i fuggitivi senza mai arrendersi.

Vout Van Aert ha quindi ribadito la grande condizione espressa alle Strade Bianche e, in uno strano gioco del destino, andando a vincere là dove nella scorsa stagione aveva primeggiato proprio lo sconfitto di sabato, ovvero Alaphilippe; il belga è un campione indubbiamente e nelle corse di un giorno ci sarà da confrontarsi con lui anche nekl resto di questa breve e strana stagione, magari ci vorrà tempo per capire se anche nelle grandi corse a tappe potrà recitare medesimo ruolo, ma certo il ciclismo ha un fenomeno in più di cui tenere buon conto.

Sanremo spettacolare, si diceva, e Sanremo che ha messo in mostra parecchi corridori, da Sagan a Matthews, da Van Avermaet ad un Nibali sempre in prima fila e che ha tentato di vincere la gara, fino al giovane spagnolo Aramburu, un Astana di cui sentiremo parlare.

Anche il nuovo percorso della corsa è stato promosso da tutti, difficile, splendido nel suo dipanarsi anche sotto l’aspetto paesaggistico, persino più duro di quello consueto, tenendo conto della maggiore altimetria e della varietà stradale, tanto da far pensare che possa essersi trattato non solo di qualcosa di estemporaneo e qui viene fuori la sola nota stonata della Milano-Sanremo numero 111, cioè il “festeggiare” dei sindaci del savonese circa il cambio di percorso, che hanno ritenuto una vittoria per cui fare festa! E se questo gioire si tramutasse invece nell’evitare le “loro” strade da qui in avanti?

In fondo chi ci ha perso e chi guadagnato rispetto alle loro decisioni? Gli organizzatori ci sono rimasti davvero male (e più che nel negare il passaggio in quello che è avvenuto dopo) e non ci sarebbe nulla da stupirsi nel vedere confermato il “nuovo” percorso della corsa, che nulla ha perso, anzi, della sua indubbia grandezza centenaria.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Riviera24

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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