Secondo il rapporto periodico del Guttmacher Institute statunitense e dell’Oms, nel mondo, ben 1 gravidanza su 4 termina con un aborto. Il fenomeno viene monitorato dagli anni ’90 e si è potuto così constatare che, nonostante i contraccettivi e le campagne di prevenzione messe in campo da molti paesi occidentali, il tasso di aborto accomuna i paesi “ricchi” e quelli in via di sviluppo.

Inoltre, le leggi repressive, avvertono gli autori, non servono ad arginare il problema, visto che dove la pratica è illegale i tassi sono più alti.

Gli studiosi hanno reso noto che ogni anno, nel mondo, si effettuano circa 56 milioni di interruzioni di gravidanza, che nel 75% dei casi sono richieste da donne sposate. Nei paesi sviluppati la percentuale di aborti sul totale di gravidanze è in discesa, e ora è del 28%, mentre in quelli in via di sviluppo ha avuto un leggero aumento dal 21 al 24%.

Gilda Segh del Guttmacher Institute, ha spiegato: “Questi trend suggeriscono che le donne e le coppie nei paesi sviluppati stanno riuscendo meglio ad evitare le gravidanze indesiderate, che sono la causa principale dell’aborto. Alti tassi di interruzioni di gravidanza sono direttamente correlati ad alti livelli di bisogni contraccettivi non soddisfatti. Si stima che metà delle gravidanze nel mondo siano indesiderate, e circa il 40% di queste finisce con un aborto”.

Nei paesi dove la pratica dell’aborto è illegale, il tasso è di 37 aborti ogni mille donne, mentre se sono permessi è di 34, pari alla media mondiale. Il tasso italiano risultante dall’indagine, afferma Segh all’Ansa, è di 9 ogni mille donne tra 15 e 44 anni, molto più basso della media mondiale e anche di quella europea che è di 21.

Il prossimo passo del gruppo di lavoro sarà cercare di valutare quanti degli aborti stimati è clandestino, soprattutto nei paesi dove la procedura è vietata.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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