Ci risiamo e questa volta la città implicata in una violenza perpetrata nei confronti di una donna è Treviso!

I fatti:

Nei giorni scorsi una donna che stava facendo la sua passeggiata nella zona storica di Treviso e precisamente in vicolo Rialto, si è “permessa” di rimproverare alcuni ragazzi che in una zona riservata ai pedoni, si esibivano in giochi pericolosi con le loro biciclette, creando non pochi problemi ai passanti. Due del gruppo, i soliti bulli che si sentono legittimati a tutto in quanto minori e tutelati da una “giustizia” permissivista e troppo politicizzata, non hanno accettato benevolmente il rimprovero e hanno incominciato ad insultare le loro “vittima” e a filmare il tutto per poi postarlo sui social quale “grande atto” della loro forza! Un passante, certo Sig. Luca Gobbo, che abita in Svizzera,  ha ritenuto opportuno intervenire in favore della Signora ed è stato immediatamente pestato e preso a calci, portando alcune ferite che hanno richiesto una visita al “pronto soccorso”. Son intervenuti i poliziotti che a loro volta sono stati minacciati dai due giovani al punto che il più grande, 17 anni, è stato arrestato mentre il più giovane, 15 anni, è stato denunciato per “violenza e resistenza a pubblico ufficiale”.

Il giorno seguente il Sig. Luca Gobbo ha raccontato al “Gazzettino” di aver ricevuto una telefonata dal padre di uno degli aggressori per un invito a cena e al quale ha risposto: “Tra un mese, quando tornerò a Treviso, verrò volentieri a cena da lei per conoscere suo figlio, quello che mi ha colpito con calci e pugni. Per me sarebbe bellissimo poterlo vedere e capire cosa gli è scattato in testa. Anch’io ho figli e l’ultima cosa che vorrei è quella di sapere che un ragazzo ha perso le redini della sua vita. Che sogni ha? Cosa vuole diventare da grande? Sono queste le grandi motivazioni che fanno di un ragazzo, un uomo. Mi piacerebbe parlargli e capire che è pronto a cambiare e a pagare il suo prezzo alla giustizia»

Strano ma vero, in questa circostanza non sono scattati i soliti commenti di CHI getta “fango” sui presenti che non intervengono a tutela della parte offesa, che purtroppo e troppo spessa diventano vittime degli aggressori e rischiano il pestaggio o una coltellata. Inoltre, come in questo caso, trattandosi di minori, un intervento è ancora più rischioso e CHI lo fa e dovesse avere la meglio, rischia un’accusa penale da parte della Magistratura per violenza e danni fisici a minori con tutte le conseguenze del caso! Fino a che non ci sarà una legge ben specifica sui casi di intervento a tutela delle persone aggredite, che esenta da ogni condanna a chi si prodiga a difendere una persona aggredita è meglio lasciar perdere e limitarsi ad una telefonata alla polizia o a filmare la scena per favorire le indagini.

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica 

Editorialista Pier Luigi Cignoli

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui