“È un momento importante per la nostra storia, dopo il referendum: ci aspettano grandi cambiamenti reali, ma il Regno Unito può essere all’altezza della situazione, come ha sempre fatto in passato: uscendo dall’Ue forgeremo un ruolo positivo per il nostro Paese nel mondo, forgeremo un Regno Unito che opera per tutti e non per pochi privilegiati. Insieme costruiremo un Paese migliore”. Questa sono state le parole della nuova premier britannica Theresa May, che è arrivata a Downing Street con il marito Philip, dopo aver ricevuto l’incarico dalla regina Elisabetta a Buckingham Palace.

Quello che si profila all’orizzonte per la Gran Bretagna è un governo al servizio di tutti i cittadini, che lavorerà per mantenere il Paese unito, rafforzando i legami tra Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda del Nord e affronterà a testa alta la sfida della Brexit; almeno questi sono gli intenti e Theresa May pare molto determinata a perseguire gli obiettivi proposti.

Le priorità del governo saranno rivolte “non ai potenti, ai ricchi e ai privilegiati”, ma alla gente che lavora, ha detto May, dedicando alcuni passaggi del suo discorso alle famiglie “working class”. La vera eredità di David Cameron, ha sottolineato la nuova premier nel rendere omaggio al suo predecessore, non è sull’economia, ricostruita dopo la grande crisi degli ultimi anni, ma “sulla giustizia sociale”. Quindi, ha aggiunto, “seguirò i suoi passi”.

Il nuovo governo sarà un mix bilanciato fra “leave” e “remain”: il posto di cancelliere dello scacchiere (ministro del Tesoro) andrà all’ex ministro degli Esteri, Philip Hammond. Il ministro degli Esteri sarà l’ex sindaco di Londra e fautore della Brexit Boris Johnson. Amber Rudd, attuale ministro per l’Energia prenderà il posto della May all’Interno.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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