Sergio Mattarella, Capo dello Stato Italiano

Non ricordo con piacere quegli anni, malgrado ciò, essendomi arruolato nel Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza nel 1968 ho vissuto in prima persona quel periodo storico – macchiato del sangue di tante vittime innocenti – dalla parte delle Istituzioni.

Mi riferisco in particolare agli anni bui delle stragi, nei quali i rapporti tra apparati dello Stato (Sifar, Sid, Sismi, Sisde), magistratura e politica non erano del tutto trasparenti. Oggi molti documenti dell’epoca sono stati declassificati dall’archivio centrale dello Stato, grazie alla Direttiva del Presidente del Consiglio Renzi (2014), e per questo finalmente sono portati alla luce intrecci su depistaggi e segreti mai svelati prima d’ora. Sotto la lente d’ingrandimento ci sono le inchieste riferite agli anni chiamati della strategia della tensione. Tra queste spiccano alcuni processi che mi hanno riportato con la mente agli attentati terroristici di quegli anni e nei quali ero presente per ragioni di servizio.

Milano, 12 dicembre 1969, Piazza Fontana presso la Banca Nazionale dell’Agricoltura (27 morti e 88 feriti); Brescia, 28 maggio 1974 Piazza della Loggia (8 morti e 102 feriti); Bologna, 4 agosto 1974 treno Italicus a San Benedetto Val di Sambro (12 morti e 48 feriti); Bologna, 2 agosto 1980 stazione ferroviaria (85 morti e 200 feriti); Bologna, 23 dicembre 1984 rapido 904 galleria dell’Appenino (16 morti e 267 feriti).

È proprio spulciando le carte negli Archivi di Stato che oggi si possono trovare segreti mai svelati. All’epoca ci furono a più riprese, tentativi d’inquinamento della vita politica attraverso l’uso spregiudicato di dossier alimentati dai servizi segreti, sulla vita privata di molti esponenti della maggioranza e dell’opposizione e, in alcuni casi, anche di magistrati colpevoli di ricercare con eccessiva tenacia investigativa la verità sulle stragi. Non c’è stato procedimento giudiziario su queste stragi che non abbia visto almeno un’agenzia d’intelligence impegnata in attività di protezione delle organizzazioni terroristiche.

È proprio contro questo muro che si sono scontrate le richieste di leale collaborazione, formulate in varie occasioni dalla magistratura ai vertici dei servizi segreti. Alcuni degli eventi più oscuri della Prima Repubblica, tramite testimonianze di pentiti e documenti giudiziari, dimostrano come taluni settori dell’istituzione, in varie occasioni non hanno esitato ad avvalersi del terrorismo per la difesa d’inconfessabili segreti di Stato.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Imagoeconomica

Il Vice Direttore Ugo Vandelli

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