Addio a Sean Connery, ad un grande attore del cinema mondiale. L’attore scozzese è morto all’età di 90 anni, celebre soprattutto per avere portato per primo sul grande schermo il personaggio di James Bond e averlo interpretato in sette film della saga 007, nata nel 1953 dalla penna dello scrittore britannico Ian Fleming.

Connery nella sua carriera ha vinto un Oscar nel 1988 per ‘The Untouchables – Gli Intoccabili’, due premi Bafta e tre Golden Globe. È stato nominato cavaliere dalla regina Elisabetta II all’ Holyrood Palace nel 2000. Ad agosto scorso ha festeggiato il suo novantesimo compleanno.
I suoi funerali saranno celebrati in forma privata. La famiglia dell’attore scozzese ha fatto sapere che Sean “è morto serenamente nel sonno circondato dai suoi cari” e ha aggiunto: “Ci sarà una cerimonia privata seguita da una commemorazione che si terrà quando cesseranno le restrizioni per il Covid-19”.

Connery è morto nel sonno dopo aver combattuto una lunga malattia mentre si trovava alle Bahamas, riferisce Variety News che cita la famiglia. L’attore è stato sposato all’attrice Diane Cilento dal 1962-1973. La coppia ha divorziato nel 1973 e Cilento morì nel 2011. Connery lascia la seconda moglie, la pittrice Micheline Roquebrune, con la quale era sposato dal 1975; il figlio Jason, pure attore, figlio della prima moglie, e un nipote, figlio di Jason.

L’attore ha interpretato diversi film di successo tra cui ‘Caccia a ottobre rosso’, ‘Indiana Jones e l’ultima crociata’, ‘The Rock’, ‘Il nome dela Rosa’.

Arriva al cinema per caso, dopo che un’ulcera gastrica gli impedisce nel 1950 di confermare la “ferma” nella Royal Navy dove si era arruolato a 16 anni, rinunciando a un contratto da calciatore. In cerca di lavoro fa il bagnino, il muratore, lava piatti e vernicia bare, si fa perfino fotografare nudo per un calendario e arriva terzo alle selezioni di Mister Universo grazie all’alta statura, al sex appeal naturale.

Da ragazzo ha frequentato un corso di danza e grazie a quest’esperienza si prova sui palcoscenici off di Londra.”Guadagnavo appena di che vivere – raccontò – ma a me sembravano vacanze ben pagate rispetto al lavoro vero”. Nel 1957 debutta nel cinema con l’avventuroso “Il bandito dell’Epiro” di Terence Young, il regista che gli darà la fama dirigendolo nel primo James Bond Film.

Connery si cimenta in tutti i generi tra cinema e tv finendo anche nel cast all-star de “Il giorno piu’ lungo”.
Ma resterebbe un comprimario, per di più afflitto da precoce calvizie, se il caso non lo guidasse verso l’agente segreto creato da Ian Fleming. Qual era la sua arma segreta? Si è parlato dello sguardo ammaliante e assassino con cui fulminava belle donne e pericolosi spie. Si è passato sotto silenzio il toupet imposto dalla produzione che gli conferiva un’aria più adulta; si è analizzato il fascino animale che teneva insieme la brutalità del killer e l’eleganza della spia in smoking con cui Fleming aveva costruito il personaggio (pensando però a attori più sofisticati come Hoagy Carmichael o Cary Grant).
Ma la parte finì sulle spalle di Connery che non si lasciò sfuggire l’occasione.

Per sfuggire al cliché di 007, Sean ottenne di alternare il ruolo-principe con altri film: non fu fortunata la sua collaborazione con Hitchcock (per “Marnie” il regista ammise di aver preso un abbaglio credendolo un nuovo Cary Grant), ma andò meglio con Sidney Lumet (“La collina del disonore”, 1965). Cominciò così a costruirsi un nuovo personaggio (coraggioso, macho, ironico, romantico): è cosi’ in”I cospiratori” di Martin Ritt, “Riflessi in un occhio scuro” ancora con Lumet, “Zardoz” di John Boorman, fino a tre capolavori del cinema d’avventura come “Il vento e il leone”(John Milius), “L’uomo che volle farsi re” (John Huston), “Robine Marian” (Richard Lester) alla metà degli ’70. A quel punto la sua carriera è ormai benedetta da Hollywood.

Con l’età Sean Connery diventa poi un divo e un attore sicuro di sè .Lo ha dimostrato in combutta con Terry Gilliam ne “I banditi del tempo”, con Fred Zinnemann nel bellissimo “Cinque giorni, un’estate”, fino al trionfo planetario de “Il nome della rosa” nel ruolo dell’inquisitore detective Guglielmo da Baskerville dalla penna di Umberto Eco. Con 94 film alle spalle, 10 avventure produttive e una regia all’attivo (il documentario “The bowler and the bunnet” del ’67) per tutti gli anni ’80 e ’90 ha potuto scegliere i ruoli preferiti e se qualche volta si è pentito (“The avengers”), ha spesso dichiarato di aver molto amato “Gli intoccabili”, “The Rock”, “Entrapment”, “Indiana Jones e l’ultima crociata” (come padre di Harrison Ford), “La casa Russia”.

Certamente ha mancato due occasioni storiche come il ruolo di Gandalf nel “Signore degli anelli” e quello di Silente in “Harry Potter” (per cui era stato molto corteggiato), mentre si vanta di aver indossato ben quattro volte i panni di un re, da Artù a Riccardo Cuor di Leone. Padre affettuoso di Jason e nonno del giovane e Dashiell,non amava stare a Hollywood, ha avuto pochi amici tra i colleghi (in particolare Richard Harris e Michael Caine), Connery è riapparso in pubblico (al torneo di tennis di Flushing Meadows) nel 2017.

Nel ritirare un premio alla carriera ha detto “I miei piedi stasera sono stanchi, ma il mio cuore e il mio cervello proprio no!”. Gentiloni: “Un mito che se ne va” “Un mito che se ne va: Sean Connery”. Il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni dedica un tweet al ricordo dell’attore morto oggi con un link all’articolo della Bbc. Sturgeon, la Scozia è in lutto “La Scozia è in lutto”. Lo scrive la premier scozzese, Nicola Sturgeon, su Twitter. “Mi si è spezzato il cuore dopo aver saputo della morte di Sir Sean Connery.

Il nostro Paese piange uno dei suoi figli più amati”, continua.”Sean è nato in una famiglia operaia di Edimburgo e grazie al talento e al duro lavoro è diventato un’icona del cinema internazionale e uno degli attori più affermati al mondo” Daniel Craig: “Stile, spirito e charme” “Ha definito un’epoca e uno stile, lo spirito e lo charme che ha portato sullo schermo possono essere misurati in megawatt”.

Così Daniel Craig ha commentato la scomparsa di Sean Connery, il primo James Bond. Anche i produttori Barbara Broccoli e Michael Williams si sono detti “devastati” dalla notizia della morte dell’attore “il cui indelebile ingresso nella storia del cinema cominciò con le indimenticabili parole ‘Il mio nome è Bond….James Bond'”.

Wilson e Broccoli hanno attribuito a Connery buona parte del successo della serie di 007, osservando che l’attore scozzese “rivoluzionò il mondo con il ritratto grintoso e spiritoso allo stesso tempo dell’agente segreto sexy e carismatico”.

A cura di Samanta Costantini – Foto Mondocinema

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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