Salvatore Siena oncologo e ricercatore affermato

“Quando sono in laboratorio il primo elemento martellante è la qualità di vita, il secondo è la quantità della vita. Il terzo non interessa ai pazienti, ma ai medici si, è l’indice terapeutico che è un concetto molto complesso, tra vantaggi e svantaggi delle cure” spiega “davanti al paziente la qualità della vita e la quantità della vita sono gli elementi principali”. Ad affermarlo è Salvatore Siena, professore di oncologia medica presso l’Università Statale di Milano e direttore della struttura complessa di oncologia del dipartimento di ematologia, oncologia e medicina molecolare e del Niguarda Cancer Center all’ospedale Niguarda di Milano. Conduce studi clinici focalizzati in particolare sul cancro al colon-retto, al fine di scoprire nuove o migliori diagnosi e terapie a bersaglio molecolare e immunologico. “Il mio compito è quello di trasformare delle osservazioni di laboratorio in studi clinici e poi, che questi studi clinici possano portare a terapie standard” racconta.

Nel 2020 è stato insignito del premio Venosta, conferitogli da AIRC “per aver realizzato attraverso un’esemplare sinergia tra ricerca pre-clinica e terapia nuove tecniche diagnostiche e nuovi approcci al trattamento del tumore al colon”.

“Ho visto degli avanzamenti impensabili, che solo 10 anni fa non immaginavamo- spiega- Ci sono malati di tumore per cui la diagnosi una volta rappresentava una condanna a morte ma che oggi possono essere curati in maniera cronica con farmaci che hanno nessuno o pochissimi effetti collaterali. Speriamo e vediamo che la frazione di questi pazienti che usufruiscono di cure estremamente efficaci, aumenti.

 

Colon e retto fanno parte dell’intestino, l’organo che assorbe le sostanze nutritive assunte con il cibo. Come tutti i tumori, anche il tumore del colon-retto è una conseguenza della crescita incontrollata di cellule, in questo caso di quelle epiteliali della mucosa che riveste internamente la parte interna dell’intestino. I tumori del colon sono quasi tre volte più frequenti dei tumori del retto, e si manifestano con modalità diverse sia a livello clinico sia molecolare.

I fattori di rischio noti per il tumore del colon-retto sono legati alla dieta, ai geni e ad altre cause di tipo non ereditario. Poiché si tratta di fattori piuttosto comuni, in un certo senso tutti sono a rischio. La maggior parte dei tumori del colon-retto deriva dalla trasformazione in senso maligno di polipi, ovvero di piccole escrescenze dovute al proliferare delle cellule della mucosa intestinale. I polipi sono considerati forme precancerose, sebbene rientrino nelle patologie benigne. Non tutti i polipi, però, sono a rischio di malignità.

sintomi sono molto variabili e condizionati da diversi fattori quali la sede del tumore, la sua estensione e la presenza o assenza di ostruzioni o emorragie. Questo fa sì che le manifestazioni di questo tipo di cancro siano spesso sovrapponibili a quelle di molte altre malattie addominali o intestinali. Per questo, sintomi precoci, vaghi e saltuari quali la stanchezza e la mancanza di appetito, e altri più gravi come l’anemia e la perdita di peso, sono spesso trascurati dal paziente, soprattutto se in giovane età. Talora una stitichezza ostinata, alternata a diarrea, può costituire un primo campanello d’allarme da non sottovalutare.

Prevenzione. In Italia è attivo un programma di screening nazionale dedicato alla diagnosi precoce del tumore del colon-retto. Questo tipo di programma permette di tenere sotto controllo la salute del colon-retto e aumenta in modo esponenziale le possibilità di arrivare a una diagnosi precoce del tumore, migliorando di conseguenza anche le possibilità di cura.

Diagnosi. Il tumore del colon-retto viene oggi diagnosticato sempre più precocemente, almeno nei Paesi ad alto reddito, grazie alle campagne di screening sulla popolazione nella fascia d’età considerata più a rischio. Il primo passo per la diagnosi è la storia clinica personale e familiare del paziente seguita da una visita completa, che consiste per esempio nella palpazione dell’addome alla ricerca di eventuali masse nell’intestino, nel fegato e nei linfonodi. Nel caso dei tumori del retto, l’esplorazione rettale manuale consente di effettuare la diagnosi qualora il tumore sia già palpabile. Gli esami ematochimici possono essere utili a definire meglio il quadro generale. Sono necessari tuttavia esami strumentali, prima tra tutti la colonscopia che, grazie alla possibilità di prelevare direttamente un pezzetto di tessuto (biopsia), consente di fare subito l’analisi istologica, cioè l’esame diretto del materiale estratto.

La strategia terapeutica più adatta viene scelta caso per caso sulla base di diverse caratteristiche del paziente e della patologia. Il trattamento più comune e più efficace per il tumore del colon-retto, soprattutto se la malattia è negli stadi iniziali, è la chirurgia: in base alla sede e all’estensione del tumore si procederà con un intervento conservativo, demolitivo parziale o, nei casi più gravi, con la totale asportazione del tratto interessato. Nei tumori del retto, la chirurgia è spesso preceduta da chemioterapia e radioterapia, al fine sia di meglio prevenire recidive locali sia di effettuare interventi più conservativi e, quando possibile, di evitare la creazione della cosiddetta stomia. La stomia è l’apertura dell’intestino sulla parete addominale con la realizzazione di un ano artificiale, che consente di raccogliere le feci con appositi presidi. In questo caso è fondamentale la riabilitazione sia fisica sia psicologica dei pazienti. L’analisi molecolare ha assunto già da diversi anni un ruolo di primo piano nella scelta della terapia più adatta, dal momento che oggi sono disponibili numerose terapie mirate (anche dette farmaci intelligenti o biologici o a bersaglio molecolare).

Rai e Fondazione Airc contro il cancro. Dal 6 al 13 novembre 2022 torna la campagna d’informazione “I Giorni della Ricerca” che coinvolge tv, radio, web e social. Grazie al numero solidale 45521 si potranno raccogliere donazioni da investire in progetti innovativi per la cura del cancro e in programmi di formazione e specializzazione per i giovani talenti della scienza del nostro Paese.

Locandina AIRC
A cura di Televideo – Foto Imagoeconomica
Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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