Proprio ci mancava e così, inaspettato, il Professore ROMANO PRODI, torna alla ribalta, quale FANTASMA DELL’OPERA, per dare il suo contributo se non il suo sostegno ai seri drammi del tanto amato PD.

Entra subito, deciso, con due valutazioni ben mirate:
la prima riguarda la “gestione RAI”, fino a ieri basata su quello che definisce ”duopolio”, ovvero un tacito accordo tra pubblico e privato per dare una visione più ampia e non solo partitistica alle notizie e ai programmi.

– la seconda, sicuramente la più intrigante, riguarda la diatriba emersa sulla reticenza emersa in merito alla nomina del Commissario Straordinarioper la ricostruzione dell’Emilia Romagna ella Persona dell’attuale Presidente della Regione Stefano Bonaccini.

Dal suo pensiero emerge pertanto l’immagine presunta di un GOVERNO che mira a prendersi tutto cambiando così la fisonomia dello Stato Italia, in quanto il centro destra sta togliendo in buona parte al PD poteri di cui si era appropriato nella sua gestione, senza tra l’altro essere stato eletto dal Popolo sovrano ma rimasto alla guida solo per giochi di palazzo!

Intervistato dalla “La Stampa” alla domanda sugli “standard di crescita” risponde un modo ambiguo cercando di dire e non dire per non mortificate la sua ideologia sinistroide, ovvero: “Abbiamo un rimbalzo un po’ più forte da una caduta molto più violenta. Gli ultimissimi dati, riferiti all’export, non sono consolanti. Il Governo ha impostato le cose in modo da minimizzare il rischio, affidando gli Esteri al più americano della coalizione e l’Economia al più bruxellese. Su questo non aveva alternative. Su tutto il resto i partiti della coalizione si stanno dividendo il bottino, litigando tra loro. Questo contrasto emerge anche riguardo al Mes. Relativamente al Pnrr le riforme non ci sono e gli investimenti, bene che vada, si stanno spargendo in rivoli inadatti ad aumentare la produttività.”

L’ex Premier MARIO PRODI sembra invece fortemente preoccupato per la Gestione Rai e teme una piega monocolore tra pubblico e privato. Non a caso rilascia una dichiarazione benprecisa: “Ho convissuto benissimo con diversi presidenti della Rai, ognuno con le sue caratteristiche e i suoi caratteri perché ho sempre pensato che i presidenti debbano godere della loro autonomia. Ora siamo di fronte ad un cambiamento radicale. Si tratta dell’azzeramento totale e dell’innesto solo di persone di stretta fiducia. Non è la sola novità. In passato, anche con governi di centro-sinistra, vi era grande equilibrio nei telegiornali. Mentre nel commento politico comandava il “Vespone”. L’Osservatorio di Pavia ci dice che nei tg lo spazio dedicato al governo è 4 volte superiore a quello dell’opposizione. Il grande cambiamento è il mercato, diverso da allora: Rai e Mediaset avevano ciascuno una quota superiore al 45% del mercato, quindi prevaleva anche allora la destra, ma in modo non totalitario. Oggi, sommando Rai e Mediaset, stiamo marciando verso un’assoluta omogeneità dell’informazione televisiva. Già allora vi era un duopolio zoppo, oggi vi è un monopolio assoluto. Il pluralismo, se ci sarà, non potrà che essere confinato su reti con minore ascolto. Certo ci sono i nuovi media, ma il messaggio che più influisce sull’elettorato è quello televisivo”.

Non risparmia neppure il suo dire in merito alla tragedia che ha flagellato l’Emilia Romagna e alla reticenza sulla nomina di Stefano Bonaccini,affermando: “è “una vicenda incomprensibile che rischia di concludersi con un enorme autogol per il Centrodestra. In una tragedia come questa, chi altro può fare il Commissario se non un presidente di Regione che gode di una incontestata fiducia?”

(ma da parte di CHI?) 

Chiude l’intervista con un breve cenno esprimendo un suo personale commento sulla vittoria del Centrodestra alle votazioni Comunali: “C’è un sentimento che sta guidando le opinioni pubbliche in tutto il mondo. La paura per la guerra e per i migranti. La destra ha sempre saputo governare bene e meglio di altri, questi sentimenti. Il cattivo risultato della Schlein in queste pur limitate elezioni, è un segnale allarmante che oltretutto spingerà la destra ad aumentare la presa sul Paese”.

Per terminare in bellezza non è mancato neppure un giudizio breve ma negativo su Elly Schlein e sul modo in cui ha gestito i fatti di Torino e nello specifico il caso Roccella, asserendo: “È stato un autogol. Istintivamente si può pensare che quelli erano dei “ragazzotti”, ma questo non giustifica nulla. Si doveva dire che una contestazione di quel tipo è inammissibile. Poi, semmai, ti occupi dei ragazzi”.

Ringraziamo il Professore per i suoi consigli e le sue osservazioni, non specificatamente richieste.

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica 

Editorialista Pier Luigi Cignoli

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