Il Design Lab di San Patrignano è l’insieme dei laboratori di alto artigianato della comunità fondata nel 1978 da Vincenzo Muccioli.

In questi ultimi giorni si sono accesi i riflettori su questa grande comunità di recupero, conosciuta in tutta Europa, che, tra tante difficoltà e critiche è riuscita a costruire una bellissima realtà di design, conosciuta a livello internazionale per la qualità dei suoi prodotti, ed io, per non farmi mancare nulla, mi sono permessa di intervistare SANDRO PIERI, Responsabile San Patrignano Design Lab.

Questo è stato il successo di SanPa, che, a dire il vero forse avrebbe dovuto essere titolato Muccioli nella docu-serie di Netflix su San Patrignano, perchè proprio lui, 40 anni fa, e’ riuscito a costruire una grande fucina di arte e design, in cui si continuano a realizzare prodotti di artigianato, conosciuti in tutto il mondo.
Provo a raccontarvi cosa Sandro Pieri, con la sua grande energia di educatore, e di uomo, dotato di grande sensibilità, mi ha rivelato.

1-Cosa pensi Sandro della serie SanPa di Netflix?
Penso che avrebbe dovuto chiamarsi Muccioli, pur tuttavia è una grande opportunità, nel senso che si è ricominciato a parlare del problema delle droghe a livello nazionale, e anche fuori il territorio, e quindi tanto onore al lavoro di Vincenzo Muccioli.

2- Come è nato il Design Lab di San Patrignano?
Muccioli ha sempre creduto tantissimo nei lavori in cui bisogna impegnarsi in prima persona, lui credeva fermamente nel potere del lavoro manuale per rieducare i ragazzi nel proprio percorso di rinascita.
L’artigianato, e le grande maestranze, le ha sempre messe in primo piano, perchè rendono protagoniste l’essere umano, nel bene e nel male, perchè fanno vivere tutte le fatiche del protagonismo, e contemporaneamente permettono di vedere le opportunità, e quindi le soddisfazioni, che il “proprio fare” si porta a casa.
Per cui il lavoro artigianale è da sempre promosso a San Patrignano in tutte le maniere.
Questa passione per l’artigianato e il lavoro manuale, mi è stata trasferita proprio da lui, rendendomi protagonista del mondo del decoro, che mi è sempre piaciuto tanto, in particolare mi sono dedicato alle decorazioni d’interni.
Mi sono sempre dilettato con i lavori manuali, perchè le “mani” sono uno strumento importante e la cosa bella che faceva Vincenzo a quei tempi era quella di invitare le varie figure artigiane della Romagna, che semmai erano andate in pensione, a partecipare, insegnare e trasferire il loro sapere, il loro fare, per tramandarlo alle nuove generazioni.
La trovo questa una cosa stupenda, che ancora oggi dovrebbe essere realizzata, anche per impegnare i tanti anziani che oggi vivono in solitudine.

Io sono da 31 anni a San Patrignano.
Oggi vivo fuori dalla comunità, a Cesenatico, ma faccio avanti e indietro da San Patrignano.
Sono arrivato a San Patrignano all’inizio del 1990, dopo un’infanzia abbastanza disagiata, già da piccolino (a quei tempi le storie erano completamente diverse, sto parlando dei primi anni ’80) era quasi normale fare uso di varie sostanze tra i giovani anche come forma di ribellione sociale.
Mi ricordo la frase stupenda che Muccioli mi disse, perchè aveva visto che ero un giovane irruente: “Lui ha bisogno di un posto chiuso ma dove si possa muovere” e io questa frase non l’ho capita per molto tempo, perchè mi sembrava una contraddizione: cosa diavolo è un posto chiuso dove ci si può muovere?
O mi muovo o mi chiudi!
Invece ho poi imparato che si riferiva a un luogo chiuso, che era il laboratorio, perchè, a quei tempi, se fossi stato all’aria aperta, avrei tentato di scappare cinquantamila volte.
In quel laboratorio io sono rinato, ho incontrato persone, artigiani, maestri, sono diventato un uomo consapevole, e ho fatto nascere questa meraviglia: il Design Lab, in origine Casa d’Arte, un insieme di laboratori che annovera tessitura, pelletteria, falegnameria, lavorazione dei metalli e della carta da parati.
Qui oggi lavorano circa 200 giovani.
In oltre 40 anni San Patrignano ha accolto 26 mila ragazzi e ragazze, e sono oltre 1000 quelli attualmente in percorso nella comunità che dichiara una percentuale di recupero pari al 72%, tra coloro che portano a termine il percorso.
Al Design Lab la terapia è l’alto artigianato, con una speciale attenzione al design e ai rapporti con importanti aziende di moda e arredo.

3- Sandro come è cambiata oggi la dipendenza da droghe? Possiamo ancora parlare di eroina, cocaina?
Il mondo delle dipendenze è completamente cambiato.
Per cominciare, dopo la morte di Vincenzo, la gestione è inizialmente rimasta in mano alla famiglia, ma solo fino al 2011.
Da quell’anno, infatti, a tenere le redini del progetto di comunità è stata Letizia Moratti, ex sindaca di Milano, e tornata al centro della scena proprio negli ultimi giorni, con il rimpasto di governo della regione Lombardia.
Progressivamente gli ospiti di San Patrignano sono passati dall’essere soprattutto eroinomani, a una prevalenza di cocainomani, anche se oggi, il problema vero non sono più le sostanze, ma l’EDUCAZIONE ALLA VITA.
I ragazzi che arrivano qui si sentono uno Zero Umano!
Il problema vero è la crescita educativa, il vero problema è L’EDUCAZIONE.
Mancano modelli validi di riferimento nella famiglia, nella scuola, nella società!
Questo è il motivo per cui si è abbassata anche l’età media di ingresso.
Adolescenti che non sono abituati alle regole, alla fatica, al fare, perchè nessuno è più in grado di insegnaglielo, ne’ la società, ne’ gli educatori, ne’ le mamme e i papà.
Non sanno chi sono, e non sanno dove stanno andando!
Vivono “un altro da sè, e si schiantano!

4- Sandro, il giornalista Giorgio Gandola ha scritto un magnifico libro, fresco di pubblicazione, in cui ci sei anche tu, “Tutto in un abbraccio”. Cosa ne pensi’?

Muccioli non salutava le persone con una stretta di mano, ma le abbracciava, soprattutto abbracciava i suoi ragazzi per trasmettere loro energia. In molti casi erano allo sbando, magari in crisi d’astinenza, ed era un modo per comunicare che gli voleva bene e che insieme ce l’avrebbero fatta a uscire dal tunnel.
Questo racconta il libro: ogni uomo e ogni donna e la loro storia è essa stessa un libro.
Tutti noi siamo un libro umano!
Questo è il reale, vero filo conduttore tra passato e presente e questa è la testimonianza più significativa di questa comunità che respira sulla collina.

E io, ora, cos’altro posso dirvi, sì, una cosa posso dirvela.

Finita l’intervista, scorrendo gli appunti, riascoltando il suono della voce di Sandro, ho pianto!

A cura di Sandra Vezzani editorialista – Foto

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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