Nella laguna di Venezia vengono alzate per le prima volta le paratoie del Mose per proteggersi dall’alta marea. Intorno alle 10 di questa mattina, mentre il maltempo flagella senza sosta il Nord Italia, le barriere gialle sono state tirate su in previsione del picco di acqua alta (poi rivisto a 125 centimetri dai 130 iniziali). E il Mose ha dimostrato la sua efficacia: dopo la chiusura la crescita della marea si è fermata fino a stabilizzarsi a 70 centrimetri lasciando all’asciutto Piazza San Marco, il salotto buono della Serenissima. Un evento che lascia ben sperare per il futuro

“È una giornata storica perché con vento di scirocco sta funzionando tutto, siamo contenti a dire la verità… è presto ancora per dirlo, si dovranno fare altre prove… però fermare il mare solo a Venezia si poteva farlo”, dice il sindaco Luigi Brugnaro.

E di giornata storica parla anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, “perchè siamo davanti ad una opera per la quale abbiamo atteso veramente decenni”. “Piazza San Marco ha una piccola pozzanghera contro i 30-40 centimetri di acqua alta che avremmo inevitabilmente avuto. Una situazione direi positiva, spero si continui così e si riesca ancor di più a potenziare il sistema con una messa in sicurezza generale e totale di Venezia”, aggiunge.

“Il test è andato bene”, dice il provveditore alle opere pubbliche, Cinzia Zincone. “Si apprezza una consistente differenza – spiega Zincone – di altezza dell’acqua tra la parte difesa dal Mose e quella che non lo è”. Un test giudicato positivamente: “Non filtra acqua”, conclude Zincone.

“La Basilica è asciutta, asciutta. È la prima volta ed è un dato importantissimo”, dice il Primo Procuratore di San Marco a Venezia, Carlo Alberto Tesserin, sentito dall’Ansa. “Abbiamo azionato le pompe per evitare le infiltrazioni che arrivano da sotto nel nartece, e hanno funzionato in sicurezza – spiega -. A 90 centimetri di marea avremmo dovuto affrontare l’acqua che arriva dalla piazza, ma non è arrivata perché esclusa dal Mose”.

“E’ una giornata di speranza, di attesa, con qualche riflessione anche sul fatto che questo risultato poteva essere ottenuto anche in tempi molto più brevi”, commenta il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia. “Comunque guardiamo al futuro – aggiunge – è una bella notizia, una bella realtà”. “È stato fatto il possibile, purtroppo per alcuni ritardi, capisco le questioni estetiche soprattutto a Venezia e soprattutto in Piazza San Marco – rileva Moraglia – ma nello stesso tempo forse si poteva essere un pochino più attenti a pensare alle acque alte del 2020”. Il Patriarca ricorda: “Stiamo entrando nella stagione delle acque alte e i restauri del nartece, che sono stati appena approntati, rischiano di essere vanificati da una o due acque alte che superano di poco i 90 centimetri”.

Sollievo e contentezza, che cancellano anni di polemiche, anche fra i veneziani. “Ci siamo svegliati con la sirena, eravamo pronti a metterci gli stivaloni e a restare a casa e invece abbiamo visto in Tv le paratie alzarsi e proteggere la città”, spiega all’Agi la storica dell’arte veneziana Franca Lugato. “La sirena significa 135 centimetri di acqua alta, oltre il 50% della città sotto la laguna. Invece, le onde del mare si sono alzate, ma il Mose ha funzionato e ora siamo tutti all’asciutto. Sento in giro una grande positivita’, che supera anni di polemiche e discussioni”. E’ ancora fresca in città la memoria della disastrosa “acqua granda” del novembre 2019.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Imagoeconomica
Nella foto in alto il Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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