E’ una storia che dura da 15 anni, la parola fine sembra ancora lontana. Formula 1, Gran Premio di Singapore 2008, primo evento disputato in notturna, ricordato come la gara del “crashgate”, quello in cui il pilota della Renault Nelson Piquet jr, si schianta volontariamente contro un muro per provocare l’ingresso in pista della Safety car e avvantaggiare così il suo compagno di squadra Fernando Alonso, che alla fine vince la corsa.
L’illecito sportivo costa, alla fine del campionato, la perdita del titolo di campione del mondo, per un punto, al pilota ferrarista Felipe Massa.
I legali del brasiliano hanno sollecitato la FIA e la FOM a rispondere alla protesta presentata sull’esito del mondiale 2008 entro l’8 Settembre, altrimenti il caso potrebbe finire all’alta corte di giustizia del Regno Unito. Poche settimane fa, infatti, gli avvocati di Massa avevano inviato una lettera diretta al presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem e al CEO della Formula 1 Stefano Domenicali in merito allo scandalo di Singapore.
Ho una certezza che quel titolo è mio, il 16simo titolo piloti della Ferrari – dichiara Felipe Massa ai microfoni del TG1 Rai – e la mia forte squadra di legali lotterà fino alla fine per la giustizia dello sport. Non capisco come un caso di manipolazione non possa essere verificato nella maniera giusta, anche dopo 15 anni. Al 14simo giro ero primo in gara con più di 4 secondi di vantaggio.  Sono ottimista e mi aspetto un aiuto dalla Ferrari: lotterò per la giustizia fino alla fine“.

Franco Buttaro

Articolo e foto a cura di Franco Buttaro

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Editorialista Franco Buttaro

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