E’ successo quello che nessuno pensava potesse accadere, perchè il “ragazzino” Pogacar ha messo in fila tutti gli avversari nella crono arrivata a la Planche des Belles Filles, compreso il connazionale Roglic, che partiva in maglia gialla, con un vantaggio di 57″, che sembrava metterlo al sicuro dall’assalto del corridore del team UAE.

Invece in poco più di trenta chilometri è cambiato tutto, è saltato il banco e un ventiduenne ha sconfitto il ben più esperto avversario ed il suo squadrone, dominatore per diciannove tappe di questo Tour, capace di mettere in secondo piano la quotatissima Ineos ed il vincitore 2019, Egan Bernal; eppure nulla è stato più forte di Pogacar, neppure il vento che in una delle prime tappe gli aveva fatto perdere un minuto e venti secondi circa.

Pogacar ha vinto contro tutti e contro tutto, compreso il fatto di essere rimasto praticamente senza squadra molto presto, per il ritiro di un Aru più fantasma che corridore, e quello a causa di una caduta di Formolo, che avrebbe certo potuto dargli man forte in salita; nulla è servito, o nulla è bastato per avere ragione di questo ragazzino terribile, vincitore della edizione numero centosette della Grande Boucle.

Naturale immaginare che il difficile per Pogacar inizia adesso, quando sarà controllato come il campione che è, e l’esempio del Tour di Bernal è sotto gli occhi di tutti, però bisogna ancora sottolineare come il vincitore del Tour 2019 aveva una squadra fortissima a supportarlo, mentre lo sloveno ha praticamente fatto tutto da solo, fornendo sì una enorme sorpresa, ma confermando le tesi di chi lo dava comunque come il più pericoloso tra i favoriti Bernal e Roglic.

Solo qualche giorno fa, il 12 settembre, avevo scritto un articolo dove mettevo in guardia Roglic e Bernal dal “terzo incomodo”, proprio Pogacar, poi visto il naufragio di Bernal ci si poteva aspettare che Roglic mantenesse fede ai pronostici di inizio Tour ed invece …. il terzo incomodo è stato più forte di tutti, degli avversari, dei pronostici e degli esperti!

Che dire dopo un’impresa di questo genere a Pogacar? Che in questo Tour è stato il più bravo, il più forte, grazie alle gambe e grazie ad una testa che ha sempre mantenuto lucidità, caparbietà, senza arrendersi neppure alle avversità; il difficile viene adesso? Vero, ma si può già scommettere che Pogacar saprà affrontare tutto quanto alla grande, come alla grande, anzi alla grandissima, ha vinto il Tour de France 2020.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Ansa

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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