Mamma Ebe, all’anagrafe Gigliola Ebe Giorgini fu un personaggio molto discusso negli anni ’80. Fu soprannominata la “santona” di Carpineta, nome derivante dalla località collinare in provincia di Cesena nella quale sorgeva una delle sue “case-tempio”, l’altra dimora nella quale esercitò fu in provincia di Pistoia, precisamente a Lamporecchio.

Fu la fondatrice di una congregazione religiosa, anche se di religioso aveva ben poco, chiamata “Pia Unione di Gesù Misericordioso”, per mezzo della quale Mamma Ebe operò oltre che nelle sue dimore anche in provincia di Vercelli e a Roma, dispensando sedute di guarigione, esorcismi, benedizioni e false terapie mediche.

Nella sua “carriera” fu menzionata più volte come guaritrice, santona e addirittura le venne etichettata la veste di medico; fiumi di persone si sono rivolte a lei e alla sua preghiera nella speranza di una guarigione “divina”, con casi clinici nei quali la medicina non aveva dato esiti positivi o nessuna speranza di sopravvivenza, elargendo enormi quantità di denaro in favore delle sue “cure”. Le guarigioni avvenivano con l’imposizione delle mani per mezzo, secondo lei, dell’intercessione di Gesù o della Madonna. Per un periodo Mamma Ebe si presentò ai suoi pellegrini addirittura anche con segni come le stimmate che, sempre secondo lei, le erano state “inviate da una entità”.

Durante la sua carriera venne aiutata dal marito Gabriele Casotto e da altri adepti, tra i quali figurava anche un medico. In paese si parlava di strani riti, di “messe” particolari, di persone rinchiuse a lungo tempo all’interno della congregazione e di violenze. Anche le autorità ecclesiastiche presero in considerazione il fenomeno vista l’enorme quantità di pellegrini che si recavano da lei, dichiarando che tutto ciò non aveva niente a che vedere con la chiesa cattolica.

Questa donna è riuscita a far parlare di sé in più versioni, vere o meno, con particolari sfaccettature. Venne descritta da piccola come una bambina innocente, devota alla religione, divenendo da adulta una sorta di guaritrice utilizzando la preghiera, rimedi erboristici mescolati a psicofarmaci, sostanze dopanti, sostanze stupefacenti, fino ad arrivare a una sorta di “femme fatale” trovata in situazioni “spinte” e difficoltose da spiegare, in compagnia di adepti della congregazione. Questi particolari “rituali” prevedevano addirittura punizioni corporee quali frustate e vere e proprie violenze fisiche.
Nella sua abitazione furono rinvenuti gioielli e preziosi di altissimo valore, oltre a pellicce e beni di lusso. Alcuni testimoni raccontarono anche di festini a base di sesso e champagne (Don Perignon), la Ebe giustificò la passione per il vino francese con una sua presunta “allergia all’acqua”.

Mamma Ebe fu posta sotto accusa più volte dal 1990 al 1994 per reati di estorsione verso i suoi pellegrini sotto promessa di guarigione. Nel 2008 fu condannata dal tribunale di Forlì a sette anni di reclusione per truffa ed esercizio abusivo della professione medica. Successivamente nel 2010 venne di nuovo arrestata assieme al marito e ad un collaboratore con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo della professione medica e alla truffa aggravata. Infine nel 2016 la Corte di Cassazione confermò la sentenza definitiva alla pena di 6 anni di reclusione.

Nel 1985 Mamma Ebe fu ispiratrice anche di un film diretto da Carlo Lizzani, la protagonista fu interpretata dall’attrice Berta Dominguez, con la partecipazione anche di Stefania Sandrelli e Barbara de Rossi.
Il film fu presentato in concorso alla 42° Mostra internazionale d’arte cinematografica a Venezia.

Certo è che talento guaritore, fede o meno questa donna è stata ed è un personaggio dotato di grande carisma per essere riuscita ad ammaliare un numero così alto di persone. Mamma Ebe oltre ad essere riuscita a creare una setta vera e propria, ha avuto la capacità di infondere nei suoi adepti una forma di plagio psicologico, che ha costretto a diventare dipendente chi è entrato a farne parte e a non riuscire più a staccarsi da lei e dal suo gruppo.

Questi fenomeni si sono verificati più volte nel corso della storia, fin dai tempi più antichi, dove “falsi profeti” dotati di un certo carisma e con abili capacità oratorie riuscirono attraverso ideologie religiose o politiche ad incantare, fidelizzare e talvolta raggirare un numero sempre maggiore di persone in cambio di enormi quantità di denaro. Nel caso specifico Mamma Ebe è riuscita a schiavizzare mentalmente individui innocenti, vittime della disperazione che hanno rincorso solo la speranza di una guarigione fisica pagando abbondantemente tanta falsità.

A cura di Barbara Comelato – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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