L’Italia ha lasciato ufficialmente la Via della Seta a seguito di quanto anticipato nella missione del Segretario generale della Farnesina Riccardo Guariglia e dalla più recente visita del Ministro degli Esteri Antonio Tajani, in cui si è anche parlato di un prossimo incontro tra il nostro Presidente Sergio Mattarella e il Leader cinese Xi Jinping.

Per la cronaca è doveroso ricordare che la “Belt and Road Initiative” proposta da Xi Jinping nel 2013, è uno dei punti di forza del progetto cinese per solidificare la propria economia mediante una rete di infrastrutture fra tre continenti finalizzata ad incrementare gli scambi. L’Italia – unico Paese del G7 ad aderire – aveva firmato l’accordo a tale iniziativa dal 1mo governo Conte nel 2019, che avrebbe dovuto essere rinnovato alla fine del 2023, pertanto dall’attuale Governo Meloni. 

Il Vicepremier e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel suo incontro al Forum Adnkronos , ha dichiarato:  “La via della Seta non è la nostra priorità, abbiamo visto che non ha prodotto gli effetti sperati, anzi. Chi non è parte del percorso della via della Seta ha avuto risultati migliori.” Ha inoltre aggiunto che è stata inviata una missiva in cui si comunicava che il “memorandun” sottoscritto nel 2019 non verrà rinnovato alla scadenza quadriennale.

Ha poi sottolineato: “La non partecipazione alla via della Seta non significa che sia un’azione negativa nei confronti della Cina, significa poter continuare ad avere ottimi rapporti e lavorare intensamente sugli aspetti commerciali per rafforzare la nostra presenza sul mercato. Abbiamo già convocato a Verona la riunione intergovernativa Italia-Cina per affrontare tutti i temi di commercio internazionale. Continua ad esserci ottimi relazioni e rapporti, pur essendo un Paese che è anche un nostro competitori a livello globale.”

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica 

Editorialista Pier Luigi Cignoli

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