I Play Off della Lega Pro si avviano ormai verso la conclusione, è già andata in onda l’andata delle semifinali e nel giro di un paio di settimane sapremo chi sarà la quarta promossa; le sorprese, com’era prevedibile in un mini torneo così variegato, non sono mancate, e la sorpresa maggiore è stato l’approdo in semifinale dell’Albinoleffe, che aveva concluso la stagione regolare al settimo posto, con 57 punti, guarda caso posizione e punteggio identici al Cesena, in vacanza da un po’ di tempo dopo l’eliminazione, a sorpresa ma non troppo, ad opera del Matelica.

Dunque, si diceva degli incontri di andata che hanno visto prevalere, per 2-1, l’Alessandria (seconda nel Girone A) in casa dell’Albinoleffe, mentre il Padova (secondo nel Girone B) non è andato oltre l’1-1 in casa, contro l’Avellino (terzo nel Girone C), a conferma che tutto si gioca sul filo dell’equilibrio e non c’è una favorita vera e propria per la promozione.

Se i risultati significano qualcosa, Alessandria-Avellino “dovrebbe” essere la finale, ma come sopra detto, sarà bene che i grigi piemontesi facciano grandissima attenzione ai seriani, capaci di ribaltare il risultato sia contro il Modena (1-0 dei canarini fuori casa, ma successo per 2-0 dei bergamaschi in Emilia), che contro il Catanzaro (finito secondo nel Girone C), sconfitto in casa per 1-0, dopo l’1-1 in Lombardia, ed analogo discorso vale per l’Avellino contro il Padova!

Albinoleffe quindi sugli scudi, proprio grazie a rimonte insperate e per giunta ottenute fuori casa, con una caratteristica fondamentale, ovvero la capacità di restare in partita sino al triplice fischio finale; difficile infatti pensare sia solo un caso che i blucelesti abbiano segnato tante reti nei minuti finali, cosa certificati da questi dati: 6 delle 8 reti segnate nei Play Off sono arrivate dopo l’ottantesimo!
Contro il Pontedera la rete dell’1-0 è stata segnata al minuto 93; le due a Modena ai minuti 89 e 97; in casa contro il Catanzaro (1-1) all’ottantunesimo, mentre in Calabria la rete del successo e del passaggio del turno all’ottantaquattresimo; così come all’ottantunesimo è arrivata la rete che tiene ancora in gioco la formazione di mister Zaffaroni contro l’Alessandria.

In Piemonte finirà la bella favole bluceleste? Possibile vista la forza dei grigi, ma in realtà la partita è tutta da giocare e non sarà una passeggiata per la formazione di mister Longo! Eppure a guardare l’organico ci si trova davanti ad una formazione giovane, con 24,2 anni di età media ed un valore complessivo della rosa inferiore, di poco, ai quattro milioni (dati Transfermarkt), finita settima dopo una stagione iniziata in maniera fallimentare (tre sconfitte nelle prime quattro giornate, di cui due in casa), cosa che però non ha per nulla cambiato i piani di una Società giovane, che ha disputato otto stagioni consecutive in Serie B, e vive senza pressioni la passione di un calcio ben distante da quello milionario.

Proprio in questo senso viene spontaneo l’accostamento al Cesena, per l’identica posizione finale nel Girone, anche a parità di punti; un Cesena che, per tradizione, parte sempre con ben altre aspettative ed ambizioni, magari anch’esso senza l’apporto di capitali importanti (ma a Cesena la cassa è senz’altro più “fornita” che all’Albinoleffe), però con un seguito neppure paragonabile, al di là del periodo pandemico, cosa che ben sa chi ha frequentato i due stadi e quale sia il peso della passione delle due tifoserie.
Sempre secondo Transfermarkt, l’età media cesenate è stata di 25,4 anni, mentre il valore complessivo della rosa di 4,63 milioni, migliore quindi di chi oggi si sta ancora giocando la Serie C, magari ancora per poco, ma in ogni caso meglio del Cavalluccio, che oltretutto è uscito in maniera piuttosto insensata dai giochi, fatto fuori da quel Matelica i cui dati sono ancora più distanti rispetto ai bianconeri, con 23,5 di età media ed un valore di mercato di 2,88 milioni.

Come dire che a volte capita che il pallone giri e pure chi è considerato meno di altri ha le proprie possibilità e carte da giocare, anche fosse solo la considerazione dell’avversaria, la concentrazione, il ritenersi (in partenza) inferiori e quindi senza possibilità di sottovalutare chi si ha di fronte.
Non so se il Cesena ha sottovalutato il Matelica, anche se continuo a ripetere quanto detto in stagione di fronte a sconfitte “brutte”, e ripetute, della banda di Viali, ma davvero non poteva esserci il Cavalluccio al posto dell’Albinoleffe? Vero che il calcio è fatto di episodi e ci può stare di tutto, però quando certe cose, negative, si ripetono con frequenza, non è certo per colpa del caso ….

Quindi a Cesena ci si auguri la continuità oltre che del DS, anche di allenatore e dei migliori calciatori, ma si pensi anche un po’ meno al passato (e lo dice uno che vive in una città dove una parte del tifo invece che all’oggi ed al domani guarda ancora a più di settant’anni fa ….) , dato che quello non torna; considerando invece sempre che si arriva da un fallimento e che non si vive in tempo di vacche grasse ….

Qualcuno è stato ed è più bravo di Patrignani e degli altri Soci? Sicuramente, però forse è meglio stare sereni e guardarsi intorno, non solo per vedere l’erba apparentemente più verde di qualche vicino, ma anche quali sconquassi succedano in troppe Società, Sambenedettese in primis, o forse erano migliori i tempi di Campedelli e dell’ultimo Lugaresi?

Fosse arrivata l’ora di dare meno retta a chiacchieroni e giornalisti/giornalai, anche a Cesena?

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Valerio Casadei

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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