Passata quasi sotto silenzio, coperta dal fragore della fine della campagna elettorale e dall’esito delle elezioni politiche, è avvenuta una piccola, grande, rivoluzione. A dirla tutta le notizie sono tre, due ottime e una negativa.

La nostra autorità dell’energia, Arera, ha accolto una richiesta promossa dall’Unione Nazionale Consumatori. Da ottobre le bollette del gas per chi è in regime di maggior tutela, ovvero 7,3 milioni di clienti domestici, potranno essere mensili e non più bimestrali. Ottima notizia perché permette di controllare di più le spese future, facendoci capire quanto spendiamo di gas mese per mese e di intervenire prontamente per stringere la cinghia, ovvero chiudere i rubinetti.

Intervento questo che ha un impatto in inverno per chi ha il riscaldamento a gas. L’Arera, si legge nel comunicato ufficiale, ha ritenuto di dover tenere conto “dell’esigenza di prevedere una maggiore periodicità di fatturazione nell’ambito del servizio di tutela così da permettere ai clienti finali di conoscere più frequentemente la propria spesa e di redistribuire i pagamenti delle bollette su più mesi”. Se per adesso questa iniziativa tocca solo un cittadino su sette, potrebbe essere un primo passo perché questa iniziativa venga presa in carico da tutti gli operatori del settore ed estesa a tutti i clienti. Del resto, quella della fatturazione su base trimestrale, è soltanto una convenzione.

Ma la vera novità positiva è un’altra. L’Arera ha deciso di sganciare il prezzo del gas italiano dal prezzo stabilito ad Amsterdam, borsa di riferimento dei prezzi europei del gas

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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