L’Oceano è immenso.
E’ grande quanto lo spazio, meno infinito per vastità, ma forse più profondo. Non si sa per certo se su Marte ci sia vita, ma nel mare sì e da milioni di anni.
Le creature degli abissi esistono da prima dell’uomo. E allora perchè proprio l’uomo tenta in maniera sistematica di distruggere loro e il loro habitat? Con quale coraggio possiamo arrogarci il diritto di maltrattare questi portatori sani di storia?
Da quanto tempo si sta parlando di salvare le Balene? E, soprattutto, da quanto tempo questi cetacei vengono uccisi in maniera indiscriminata?
Qual è il motivo di questa barbarie? Interrogativi questi, che ci portiamo dietro da secoli, e ancora una risposta certa non siamo riusciti a trovarla. Le balene, i giganti dei mari, i colossi degli abissi più inesplorati, coloro che abitano l’Oceano come nessun altro.

Tutta questa poesia però, viene, sistematicamente, cancellata dalle baleniere che, ancora oggi nel 2016, cacciano e uccidono, senza sosta, le 15 mila balene rimaste nei mari con gli arpioni, lasciandosi dietro una triste scia di sangue. E poi ci sono i disastri ambientali, il petrolio riversato in mare, i sonar che fanno impazzire questi mastodonti e tutto quello che di più atroce possa esistere. Ci stiamo avvicinando sempre di più all’estinzione di questa specie e poi una volta fatta fuori anche l’ultima balena, cosa accadrà?

Oltre a cospargerci il capo di cenere, cosa ci rimarrà da fare? Estinguerci anche noi, per il male che abbiamo arrecato a tutti gli esseri viventi. Continuare di questo passo, significherebbe stravolgere, per sempre, l’ecosistema marino. La regola pesce grande mangia pesce piccolo, non è nata nel mondo degli affari, ma in una zona molto più umida del nostro pianeta.
Uccidere questi cetacei vorrebbe dire, innescare una reazione a catena che porterebbe, in breve tempo, alla morte di tutti gli altri pesci, mammiferi, crostacei e forme di vita più o meno primordiali.
Sarebbe la fine anche per l’uomo che non riuscirebbe più a pescare nemmeno un gamberetto. E’ veramente questo quello che vogliamo? Certo, sulla carta siamo tutti contro la caccia alle balene a favore degli interventi di Greenpeace, ma concretamente, nel nostro piccolo, cosa abbiamo fatto di veramente utile? Come ci siamo attivati in merito? Nell’era dei social, tanto si potrebbe fare, basterebbe un click e si risolverebbero tanti problemi e invece? E invece, ci accorgiamo dei guai, solo quando non si possono più riparare. Ci stiamo scavando la fossa da soli?
Sarebbe meglio dire che nella fossa abbiamo già un piede, ora dovremmo, solamente, capire come non farci finire anche l’altro per salvare le balena che da millenni fanno parte dell’uomo.

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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