La Svezia, che al momento detiene la Presidenza nella UE, in merito alla redistribuzione obbligatoria (mandatory relocation) dei migranti afferma che la stessa non è “presente” nella riforma del Patto di Migrazione e Asilo.

Il Ministro per la migrazione svedese, Maria Stenergard, a seguito di quesiti posti dai Paese dell’Est, si è dichiarata propensa a rivedere la posizione, trovando consensi nell’esecutivo.

Non a caso il Commissario UE degli Affari interni , Ylva Johansson, ha affermato: “Intervento importante e tempestivo.

Diverso e pesante il commento del Ministro degli Interni polacco, Mariusz Kaminski, che ha replicato: “Non c’è e non ci sarà nessun consenso al trasferimento forzato dei migranti in Polonia!”

Ritorna pertanto di attualità la solita diatriba tra i Paesi di primo ingresso – e la cosa ci tocca in pieno – e gli altri Stati membri della UE.

Il dossier è comunque nuovamente sul tavolo dele discussione per trovare un “compromesso” accettabile da tutti i partecipanti.

La Stenergard ha esordito – senza equivoci di sorta – con la frase: Voglio essere chiara, la redistribuzione obbligatoria non era, non è e non sarà presente nella proposta. I Paesi di primo ingresso vanno sostenuti nell’importante lavoro di gestione delle frontiere esterne. La ricollocazione obbligatoria è fuori discussione!” 

Attendiamo i risultati del nuovo dibattito.

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto Imagoeconomica

Editorialista Pier Luigi Cignoli

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