1964 – Io sono cresciuto in una valle tra gli accenti cesenati e riminesi, ai confini di Sarsina e San Leo, dentro il crepuscolo del Montefeltro, sulle ginocchia di mia nonna paterna nata durante la prima guerra mondiale. Di favole me ne ha raccontate tante, ma quella di Bertino mi è rimasta per sempre nella valigia dei ricordi.

Era frutto della sua fantasia, di felici intuizioni, attraverso l’esplicitazione della sua idea per rendermi felice. Bertino era un fanciullo come me, che amava il pallone e lo faceva ruzzolare dentro l’aia dove convivevano diverse specie di animali.

Ieri sera, dopo la cinquina del Cesena rifilata al penoso Rimini e ai suoi poveruomini di tifosi biancorossi al Manuzzi, mi è tornata in mente tra i titich e titoch dell’orologio da taschino che decretavano la fine della partita, la tartaruga che viveva dentro quell’aia descritta dalla Teresa. Lenta, macchinosa, emarginata in una pozzanghera d’acqua, mentre Bertino si divertiva a fare il suo primo gol in campionato alla Botticelli, facendo diventare “viola” persino il “Toscano“.

La nonna mi aveva sempre detto, appunto, che uno ragazzino come Bertino, sarebbe stato il miglior compagno di squadra per ottenere soddisfacenti vittorie…

2023 – Il Rimini ha fatto praticamente pena, è stato umiliato dai bianconeri di Romagna che sono riusciti a spezzare il loro duro catenaccio. La formazione di Raimondi, ha dimostrato paura e impotenza, davanti a Varone, De Rose, Silvestri, Ciofi, Prestia, Pierozzi, Donnarumma. La cinquina va addirittura stretta ai padroni di casa se non fosse stato per i voli tra i pali di Colombo su Saber (entrato nella ripresa), Corazza e Shpendi C. prima della sua sostituzione.

Vero, gli ospiti avevano trovato il guizzo del vantaggio con una SVIRGOLATA di Lamesta dopo ’25 minuti di gioco, ma poi dal pari di piattone di Varone appena dopo ‘4 minuti, in campo si è visto solo il cavalluccio in grandissima forma e con uno stile tattico da serie B.

I riminesi sono tornati a casa con le pive nel sacco, mazziati e cornuti come sempre quando la stupidità fa aggio sulla ragione. E di questo se ne è accorto Raimondi, assumendosi tutte le responsabilità della debacle… derby non derby, “5 sberle” si sentono per lungo tempo!

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Rega

Il Direttore Editoriale Carlo Costantini

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