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Il 6 marzo è la data in cui, 47 anni fa, nel 1975, il Parlamento italiano approva la legge che abbassa da 21 a 18 anni la soglia per la maggiore età.
In diritto, ed in modo particolare in diritto civile, si intende l’età alla quale il soggetto acquisisce in linea di principio la capacità di agire, cioè la capacità di porre in essere in autonomia contratti e altri negozi giuridicamente validi.

La legge, voluta da Aldo Moro, Luigi Gui, Oronzo Reale e Giovanni Leone, segna una svolta epocale innanzitutto dal punto di vista elettorale.
I diciottenni votano per la prima volta alle politiche del 1976, quelle segnate della possibilità che il Partito Comunista riesca a superare nelle urne la Democrazia cristiana, un esito che minaccia di sconvolgere l’equilibrio internazionale fra il blocco atlantico e quello d’influenza sovietica. Il sorpasso però non arriva, né in quelle elezioni né nelle successive.

Le analisi dei flussi elettorali dimostreranno che quei milioni di nuovi elettori portarono in ogni caso una grande scossa nel panorama politico, destinato a mutare in maniera radicale. Tuttavia, i 18enni possono votare per le elezioni amministrative (comunali e regionali), per quelle politiche, ma limitatamente al rinnovo della Camera dei Deputati, e per quelle europee. Invece, per scegliere i rappresentanti al Senato, l’elettore deve avere l’età minima di 25 anni.

Il diciottenne acquisisce il diritto all’elettorato passivo, ovvero la possibilità di essere eletto a cariche pubbliche. Ad esempio può presentarsi alle elezioni amministrative per entrare a far parte del consiglio comunale. Deve, però, aspettare di compiere i 25 anni se aspira ad occupare una poltrona alla Camera dei Deputati, 40 anni, se vuole entrare a far parte del Senato e 50 anni se punta alla Presidenza della Repubblica.

La ridiscussione del concetto di maggiore età, però, non equivale solo al diritto di voto. Contemporaneamente viene abbassata l’età per conseguire la patente, anche se oggi il tema rimane caldo con molte pressioni per ridurre ulteriormente l’età ai 16 anni. Non in tutto il mondo si diventa maggiorenni a 18 anni: in Iran, ad esempio, la soglia per le donne è fissata a 9 anni e per gli uomini a 15 anni. Nel Regno Unito la maggiore età arriva invece a 16 anni, così come a Cuba o in Pakistan (per le donne), mentre servono 20 anni in Nuova Zelanda e 21 negli Stati Uniti. Ogni paese attribuisce un significato differente alla maggiore età in termini di diritti acquisiti.

articolo a cura di Franco Buttaro

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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