Le immagini provenienti dall’Ucraina, dalla sua capitale, dalle città sono testimonianze indiscutibili degli orrori e delle violazioni delle leggi internazionali che hanno imposto a osservatori ed esperti di diritto internazionale di interrogarsi sulla definizione di ciò che sta accadendo; e uno dei temi più discussi è se in Ucraina sia in corso un genocidio apocalittico voluto da Vladimir Putin.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky già più di un mese fa (siamo al 44° giorno di guerra) aveva sostenuto il bombardamento dell’ospedale pediatrico di Mariupol “l’ultima prova che il genocidio degli ucraini sta avvenendo e sarà terribile anche in altre città, perchè il padrone del Cremlino è un assassino, un criminale”. L’accusa è stata poi ribadita dallo stesso presidente ucraino diverse volte, l’ultima dopo le numerose prove di violenze, uccisioni e torture contro i civili nella cittadina di Bucha, nella periferia di Kiev. Se è ormai evidente che l’esercito russo si è reso colpevole in Ucraina di crimini di guerra e crimini contro l’umanità, non tutti gli esperti sono concordi nell’indicare che un genocidio sia già in atto, per la complessità nel definirlo e provarlo. La maggior parte dice che non si possa parlare di genocidio, anche se mette in guardia sul rischio che la Russia possa averlo commesso.

L’esistenza del dibattito non implica giudizi differenti sulla gravità dei crimini che si stanno perpetrando in Ucraina: il genocidio è solo uno dei capi d’accusa, molti dei quali altrettanto gravi, che gli organi di giustizia internazionali hanno codificato dopo la Seconda guerra mondiale. Già a fine febbraio Karim Ahmad Khan, Procuratore capo della Corte Penale Internazionale, ha avviato un’indagine “perché sussistono ragionevoli basi per ritenere che siano stati commessi sia crimini di guerra sia crimini contro l’umanità”.

L’esistenza o meno di un genocidio non avrà probabilmente conseguenze legali per la Russia nel breve periodo né può modificare in alcun modo le sofferenze che la popolazione ha subito e sta subendo. Può però avere un peso importante non solo nel giudizio storico dei fatti, ma anche nelle decisioni politiche internazionali, quali ad esempio un inasprimento delle sanzioni nei confronti del governo russo sempre più isolato dal mondo e negli interscambi commerciali.

Il genocidio viene definito dal diritto internazionale come la sistematica distruzione, nella sua totalità o in parte, di una popolazione, una stirpe, una razza o una comunità religiosa. Presuppone appunto l’intenzione di distruggere» attraverso uno o più di questi atti: uccisione; lesioni gravi all’integrità fisica o mentale; imposizione di condizioni di vita volte a provocare la distruzione fisica, totale o parziale del gruppo; misure per impedire le nascite; trasferimento forzato di bambini.

Il termine “genocidio” fu inventato nel 1943 dall’avvocato polacco di origine ebraica Raphael Lemkin, che aveva vissuto in prima persona gli orrori dell’Olocausto, con l’uccisione di tutti i membri della sua famiglia eccetto un fratello. Nel libro Axis Rule in Occupied Europe combinò la parola greca ghenos (“razza”, “stirpe”), con quella latina caedo (“uccidere”).

La sua campagna di sensibilizzazione per il riconoscimento del genocidio portò all’adozione da parte dell’ONU della “Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio” nel dicembre 1948, diventata poi effettiva nel 1951.

La definizione, apparentemente chiara, nasconde però una serie di complicazioni legali sulle condizioni in base alle quali il termine può essere applicato. Sin dalla sua approvazione la Convenzione è stata criticata in due direzioni opposte: secondo molti la definizione è troppo difficilmente applicabile a casi specifici e risulta essere troppo stringente; secondo altri si presta invece per un uso eccessivo. Questo ha creato i presupposti per dibattiti e distinguo che interessano molti dei presunti casi di genocidio.

In Ucraina si stanno raccogliendo sempre più prove sui crimini di guerra nei confronti dei civili anche bruciati vivi. Agli occhi di tanti oggi la Russia viene vista come il volto di Lucifero e per questo Putin non potrà salire nemmeno sulla barca di Caronte.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Imagoeconomica

Il Direttore Editoriale Carlo Costantini

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui