In attesa di conoscere il risultato della semifinale di “Coppa Italia” tra Inter e Juventus, che deciderà chi andrà in finale, sarebbe bello poter scrivere una pagina diversa da quella dell’andata. Dai problemi degli attaccanti a trovare il gol, alle sviste arbitrali; dal nostro calcio sempre più inguardabile, e perché no anche degli errori dei rispettivi allenatori. Insomma potere raccontare uno stadio pieno di tifosi che seguono le azioni dei loro eroi con passione e li applaudono sia nella vittoria come nella sconfitta.

Vedere le squadre che giocano rispettando l’avversario, che lottano con coraggio fino all’ultimo dei tre fischi arbitrali e poi, comunque vada, si salutano con una stretta di mano che pone fine alle ostilità. Questa, ovviamente, è fantasia e me ne rendo conto. Perché nel nostro Paese gli anni passano, ma i problemi restano sempre gli stessi.

Paura di fare il primo passo, paura di denunciare, paura persino di affrontare le tifoserie che diventano sempre più arroganti e violente. Quello che è accaduto alla fine della partita di andata nel derby italiano è l’epilogo di una vergogna annunciata da episodi verificatisi nelle giornate precedenti di campionato. Insulti razzisti, cori antisemiti, risse in campo, e come non ricordare la maglia con la scritta “Hitlerson” indossata da un tifoso della Lazio. Ignoranza allo stato puro, nell’anno orribile della serie A. La verità vera è che i colpevoli di tutto questo siamo noi.

Chi commenta il calcio, chi va allo stadio e rimane indifferente di fronte a quello che gli accade intorno, chi non è in grado di emanare regole chiare e non vuole o non riesce a farle rispettare. La società in cui viviamo è incapace di fare un primo passo verso la civiltà e non è in grado a fare tacere questa marmaglia.

Se poi a tutta questa tristezza anche gli attori principali si alleano con il nemico, tutto diventa più difficile e impossibile da annullare. La notte di Torino è stata, a dir poco, indecente: rissa in campo, nel sottopassaggio, atleti che s’insultano e si spingono, direttori di gara inadeguati, giocatori indifferenti ai cori razzisti rivolti a un loro compagno. Allora tolleranza zero.

Le vittime devono sempre essere sostenute e i responsabili puniti severamente. Siamo nel 2023 ma i problemi rimangono sempre gli stessi. Non è possibile rimanere impassibili davanti a una pessima figura del calcio italiano nel mondo, consapevoli che lo spettacolo deve andare avanti. Come se non bastasse, sta proseguendo l’indagine della Guardia di Finanza su Lazio, Roma e Salernitana.

Tra i reati ipotizzati fatture per operazioni inesistenti e false comunicazioni sociali. A questo punto è sempre vero il detto che quando si scava, al fondo non c’è mai fine!

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Lapresse 

Il Vice Direttore Ugo Vandelli

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