A qualcuno non era simpatico, questo austriaco nato a Vienna il 22 febbraio 1949 e morto a Zurigo il 20 maggio 2019, dopo una vita passata lottando per ottenere quello che voleva, fosse fare il pilota automobilistico, l’imprenditore o il manager.

Certo non era estroverso, o perlomeno non lo dimostrava, ma che carattere, che grinta, quanta bravura nell’essere veloce in macchina quanto bravo nel “sistemare” quei bolidi anni ’70/80 che dovevano essere il pilota, gli ingegneri, i meccanici a far andare forte, non i computer!

Niki Lauda è stato senza dubbio uno dei grandi dell’automobilismo mondiale, lo dicono i tre titoli vinti, i 25 Gran Premi in cui ha trionfato, le 24 pole e gli altrettanti giri veloci in gara, alla faccia di quello che non entusiasmava le folle; ma cosa c’è di più entusiasmante di una vittoria?
E qui si rischiava seriamente la vita ad ogni appuntamento, in gara come nelle prove, dove spesso mancava addirittura l’ambulanza!

Lauda ha sempre “voluto” diventare un pilota, anche contro i desideri familiari, rischiando sempre in prima persona anche per quel che riguarda i contratti sottoscritti, ma anche sempre ottenendo quei risultati che gli davano ragione; d’altra parte i Mondiali vinti sono stati il frutto della sua grandezza, di pilota, collaudatore, uomo, che non avrà creato l’entusiasmo di un Villeneuve, ma poi cosa conta davvero, correre oltre il limite, scassare molte macchine ed ammazzarsi o…?

L’incidente del Nurburgring del 1 agosto 1976 ha segnato per sempre la vita di Lauda, e già solo il vedere in quali condizioni è tornato in pista dopo solo 42 giorni da quel drammatico incidente ( e ricordando il trapianto di entrambi i reni e di un polmone nel corso degli anni) dovrebbe dimostrare il carattere di Niki, così come lo dimostra un altro fatto drammatico della sua vita, quello del 26 maggio 1991, quando un Boeing 767 della Lauda Air, la Compagnia aerea da lui fondata, precipitò nella foresta tailandese, causando la morte di tutte le 223 persone a bordo, equipaggio compreso.

Il giorno successivo la tragedia, Lauda, che spesso era ai comandi dei propri aerei, si precipitò sul luogo della tragedia, collaborando fattivamente con gli inquirenti allo scopo di risalire alle cause dell’incidente, in un primo momento imputate a questioni di manutenzione e sicurezza.

Lauda, anche da imprenditore, mai venne meno a quelle che sono le regole e gli interventi per rendere il più sicuro possibile il viaggiare in aereo, quindi figurarsi quanto gli pesava l’essere accusato della responsabilità di aver provocato 223 vittime; le risultanze finali furono invece relative ad un difetto degli inversori di spinta, difetto che portò i costruttori a rivedere i meccanismi in questione e che servì ad evitare altre tragedie per gli stessi motivi.

Anche da manager in Formula Uno, prima alla Jaguar e dal 2012 quale Presidente non esecutivo della Mercedes AMG F1, Lauda è sempre stato se stesso, senza mai uscire dai canoni di persona schietta, giusta, dedita al lavoro e di grandissimo carisma e carattere.

Nel filmato che presentiamo il ricordo di Lauda è di Ezio Zermiani, con cui io stesso ho avuto modo di parlare lungamente qualche anno addietro; il ricordo di un grande giornalista che Lauda ha conosciuto molto bene e del quale ebbe modo di dirmi: l’incidente di Lauda cambiò la Formula 1, perché se LUI aveva avuto un incidente, significava che c’erano cose da cambiare, come per la morte di Senna.

Un ultimo ricordo, dato che il vecchio Nurburgring ho avuto modo di vederlo e percorrere due giri di quel toboga di quasi 22 chilometri e 186 curve, tra saliscendi che come disse la persona con me, sembrava di essere nella centrifuga di una lavatrice, figuriamoci a percorrerla a duecento e più all’ora.

Riposa in pace Niki, il tuo ricordo resterà sempre vivo, come quel cappellino rosso che dal rientro dell’incidente è diventato il tuo segno distintivo, così come quello della tua lunga sofferenze combattuta sempre con un carattere da Campione del Mondo!

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Getty

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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