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Gli alberi sono stati considerati importanti fin dai tempi più antichi e molte forme divinatorie animiste da sempre sono collegate al culto della Natura, vedendo l’albero come una “santità maestosa” alla quale portare rispetto profetico e chiedere ogni tipo di preghiera o presagio.

Per analogia ci riconduciamo in modo immediato al concetto di “Albero della Vita” espresso dalla tradizione ebraica, nella quale esso rappresenta il processo di creazione messo in opera dal Macrocosmo che è l’Universo, nel Microcosmo che è formato dall’Essere Umano, dalle sue energie e potenze creatrici emanate dal Divino; la visione mistica della Cabala si riferisce all’Albero della Vita come l’Essenza Infinita di una divinità unica, artefice della manifestazione del mondo odierno “finito” o completo.

La stessa iconografia emerge anche in civiltà più antiche, come nella cultura greca o celtica, nelle quali il simbolismo associava l’albero a concetti quali: nuova vita, speranza e fertilità; ma anche nella Genesi e nell’Apocalisse era presente la stessa figura e il significato nel tempo è rimasto invariato: simbolo di sorgente di vita, di vita eterna e rinascita.

Essendo quindi un simbolo di nascita, rinascita e di buon auspicio viene spesso donato a chi sta iniziando qualcosa di nuovo, un cambio di vita o una nuova vita, viene anche regalato per festeggiare la nascita di un bambino, ma in realtà si può omaggiare chiunque stia iniziando una nuova fase della propria esistenza, come ad esempio donarlo ad una giovane coppia di sposi, a chi sta iniziando un nuovo lavoro o a chi sta cambiando casa, perché nel pensiero figurativo collettivo l’albero è dotato di basi solide (radici e tronco) che esplodono in una vita piena di opportunità (rami, foglie e frutti).

In epoca romana questi arbusti venivano classificati in olimpici, monumentali, divinizzanti, eroici, funesti, felici ed insfausti mentre i boschi erano catalogati in sacri, divinizzanti e profani. I Romani indissero a tal proposito una festa di grande importanza chiamata “Lucaria”, che cadeva secondo il calendario dell’epoca il 19 luglio, durante la quale si festeggiavano le particelle di bosco piantumate nei mesi precedenti.

Gli antichi romani attraverso i loro culti e le loro usanze furono i precursori dell’odierna ricorrenza ”Harbor Day”, conosciuta e celebrata a livello mondiale.
Ogni anno in parecchi paesi del mondo si festeggia l’Harbor Day, giornata dedicata alla Festa degli Alberi, nata per tutelare l’ambiente, per imparare ad amare ovviamente gli alberi, le piante, i boschi, le foreste e per abituare la popolazione ad avere la consuetudine, il culto, la ritualità della piantumazione e dell’imboschimento ma anche per ricordare gli antichi valori ancestrali.

Il primo Harbor Day fu celebrato in Nebraska il 10 aprile 1872 e si stima che all’epoca furono piantati circa un milione di alberi.

Successivamente questa festa fu estesa a livello mondiale, infatti parecchi paesi hanno accolto favorevolmente questa iniziativa, ovviamente celebrandola in periodi diversi dell’anno secondo il momento di semina nel rispettivo luogo.
In Italia fu istituita nel 1898 la prima festa degli alberi da Guido Baccelli, ministro della pubblica Istruzione e ad oggi si celebra ancora questa ricorrenza rispettivamente in 3 date: 21 marzo, 4 ottobre e 21 novembre di ogni anno.

L’Harbor Day è riuscito a far emettere anche il suo primo francobollo in America nel 1932, nell’immagine sono rappresentati due bambini che piantano alberi. Anche in Italia, precisamente il 12 marzo del 1980 il Ministero delle Poste e Telecomunicazioni diffuse una serie di 4 francobolli intitolati: “imboschimento, rinverdimento della madre patria” e dieci anni dopo fu ripetuta un’altra serie di francobolli sempre con lo stesso tema.

Dal 5 aprile 2019 si parla anche di diritti degli alberi, infatti in Francia è stata proclamata la dichiarazione dei diritti dell’Albero all’assemblea nazionale dell’associazione A.R.B.R.E.S..

In Cina il festeggiamento dell’Harbor Day è dovuto a Sun Yat-Sen (medico, politico, scrittore e calligrafo nato il 12/11/1866 e morto il 12 /03/1925), il quale fu un politico rivoluzionario considerato il padre della moderna Cina e uno dei più importanti modernizzanti della società cinese che rovesciarono il tradizionale impero cinese sorretto dalla dinastia Qing promuovendo la democrazia. Tra le attenzioni poste da Sun Yat-Sen ci furono anche le nobili cause legate alla deforestazione, rimboschimento e modernizzazione dell’agricoltura.

A tal proposito dopo la sua morte avvenuta nel 12 marzo 1925 l’assemblea nazionale del popolo decise di dedicare tale giornata alla festa dell’albero. Per tradizione in questo giorno le famiglie cinesi celebrano questa ricorrenza riunendosi all’aperto, nei parchi, facendo pic-nic, gite familiari e scolastiche portando con sé anche il necessario per piantare un albero.
Nel febbraio 1979, il Comitato permanente della Cina decise che il 12 marzo di ogni anno si commemorerà 树节 “zhíshù jié” (Festa degli Alberi) in Cina.

A cura di Barbara Comelato – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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