FACCIATA_VILLA_MORSIANI
Oggi, 15 marzo 2024, ricorre il centenario della nascita del Conte Dott. Prof. Antonio Morsiani e presso la splendida Villa Morsiani, si terrà una cerimonia a suo ricordo.
Conoscendo personalmente la Famiglia, ho pensato di partecipare virtualmente a tale evento, ricordando brevemente la loro “storia”, coinvolgendo gli amici lettori.
Villa Morsiani si trova a Bagnara di Romagna, in provincia di Ravenna, ed è una delle più importanti dimore storiche dell’Emilia Romagna.
E’ di proprietà dell’antica famiglia romagnola dei “Conto Morsiani” che vi risiedono ininterrottamente sin dalla sua costruzione, nella prima metà del XV secolo.

Fu edificata inizialmente come edificio fortificato. Ne sono testimonianza i muri di inusitato spessore (fino a due metri), le numerose feritoie ed arciere anche per il tiro incrociato, i barbacani e quattrocentesche inferriate delle finestre. Sembra inoltre che le mure di cinta siano state realizzate con l’utilizzo ben 2 milioni di mattoni.

Le origini della famiglia dei Conti Morsiani, patrizi di Ravenna, sono antichissime, riallacciandosi addirittura a quel Mario Scoto (Marius Scotus) che nel 773 discese in Italia al fianco di Carlo Magno contro i Longobardi dando origine al casato dei Marescotti, Signori di Bagnacavallo. I Marescotti, nel corso dei secoli, s’imparentarono più volte con i Morsiani fino ad aggiungere il loro cognome a quest’ultimo. Il capostipite diretto della casata, Morsiano Fortebraccio Morsiani, partecipò nel XIV secolo alla Crociata contro i Forlivesi e, assieme al celebre condottiero romagnolo Alberico da Barbiano, fu opposto ai mercenari inglesi nella vittoriosa battaglia di Marino (cittadina nei pressi di Roma) del 1379 in difesa di Papa Urbano VI e contro l’instaurazione dell’Antipapa Clemente VII.

A partire dal XVIII secolo, finite le guerre feudali e religiose, i conti Morsiani adattarono la villa a dimora gentilizia di campagna.

A quell’epoca risale la Cappella gentilizia della famiglia che si trova all’interno della dimora storica. Il vasto parco che circonda la villa e le numerose statue in “pietra serena vicentina”, poste sulle mura di recinzione e all’interno del giardino, risalgono alla metà di quel secolo. Gli interni testimoniano i secolari interessi culturali, artistici e storici della casata: vi sono conservati mobili, arredi e suppellettili dal 1400 al 1800 di rilevante importanza storico-artistica, ben 16 camini di varie epoche, tra cui uno del ‘400 e un altro cinquecentesco, uno dei più grandi in regione, che riempie un’intera stanza.

La biblioteca di famiglia, ricca di diversi “incunaboli e cinquecentine”, vanta una raccolta di oltre 25.000 volumi.

I soffitti al piano nobile sono integralmente affrescati e decorati a tempera dal celebre artista piemontese settecentesco Felice Giani e dalla sua bottega.

Nella Cappella di famiglia e nelle sale e saloni di rappresentanza si conservano importanti opere d’arte sacra e figurativa, come una scultura lignea del ‘300 a grandezza naturale raffigurante Cristo crocifisso, un Cristo dipinto su tavola del ‘300 di scuola Veneto-Cretese, un fondo oro senese di inizio ‘400 raffigurante la Madonna col Bambino, una tempera su tavola di Innocenzo Francucci da Imola raffigurante la Sacra Famiglia, oltre a diverse opere del ‘500 e del ‘600 bolognese, fra cui oli su tela attribuiti ad Annibale Caracci ed al Guercino. Sono conservati, inoltre, dipinti di scuola romagnola e veneta del Seicento e del Settecento, fra i quali una Adorazione dei Magi di Giambattista Tiepolo e la scultura in bronzo dell’«Uomo della Sindone», opera originale dello scultore bolognese Luigi Enzo Mattei raffigurazione tridimensionale di Gesù Cristo così come appare nel celeberrimo Telo Sindonico.

Imponente la collezione di incisioni antiche (bulini, xilografie, acqueforti, cromolitografie), comprendente oltre 500 pezzi, fra cui 48 opere originali di Albrecht Durer e altre di Martin Schongauer, Andrea Mantegna, Marcantonio Raimondi, Lucas Cranach il Vecchio, Jacques Callot, Rembrandt, Carracci, Guido Reni, Simone Cantarini, Piranesi e Goya.

La dimora storica e gli altri immobili di pregio che compongono la tenuta sono stati restaurati dai proprietari, che tuttora vi risiedono, negli anni ’70 del XX secolo e nel primo decennio del XXI.

La Villa è circondata da “Il Bosco Morsiani” , probabilmente l’ultimo bosco di origini naturali del Ravennate. Ricco di diverse specie arboree anche secolari, il parco è circondato da un ampio e vetusto muro, orlato di antiche statue settecentesche in pietra serena. Vi vegetano molti alberi di grandi dimensioni, considerati veri e propri «monumenti verdi». Fra essi spiccano una “quercia” di 35 metri vecchia di 400 anni, altre querce secolari di 25-30 metri e un “pioppo nero” di 40 metri. Di assoluto interesse botanico le molte specie autoctone caducifoglie e alcuni colossali “ulivi” millenari perfettamente ambientati e tuttora produttivi. Nel Bosco Morsiani si riproducono naturalmente, e da tempo, diverse specie di animali quali ricci, scoiattoli, ghiri ed uccelli insettivori e granivori, fra cui usignoli, fringuelli, cinciallegre, fagiani, corvi, gufi, assioli, falchi, cuculi, picchi.

Nel parco della Villa si trovano il famoso allevamento dei “Cani di San Bernardo”, noto in tutto il mondo cinofilo e grande hobby della famiglia e la sede della Fondazione Internazionale “Antonio Morsiani” di Studi sul Cane, istituita nel 1996 ed unica nel suo genere per la cultura e gli studi scientifici di cinofilia. L’allevamento, fondato nel 1939 dal Dott. Antonio Morsiani e considerato il più antico ed importante al mondo per il San Bernardo, è intitolato “Del Soccorso” perché questo era il nome settecentesco della Villa, già edificata da secoli nei pressi di un Santuario (tuttora esistente) intitolato alla Madonna del Soccorso e risalente al XVIII secolo.

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto Redazione

(fonte: Wikipedia)

Editorialista Pier Luigi Cignoli

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